Il risarcimento del danno da lesioni permanenti (pari o inferiori al 9%) richiede un accertamento medico legale, non limitato però ai soli referti di esami strumentali, ma ammette anche fonti di prova diverse, come le presunzioni purché esse siano gravi, precise e concordanti

di Samuele Marinello

Le lesioni di lieve entità assumono grande rilevanza per la gestione del sistema assicurativo

Il legislatore ha, sul punto, inteso dettare una norma che, in considerazione dei possibili margini di aggiramento, in particolare per suggestione anamnestica, impone una prova idonea, il che è del tutto ragionevole se si riflette sul fatto che le richieste di risarcimento per lesioni di lieve entità sono, ai fini statistici (che assumono grande rilevanza per la gestione del sistema assicurativo), le più numerose, sicché, nonostante il loro modesto contenuto economico, esse comportano comunque ingenti costi collettivi.

La ricerca di un equilibrio tra i premi incassati e le prestazioni che le compagnie devono erogare

Anche la Corte costituzionale, tornando ad occuparsi della materia, dopo la sentenza n. 235 del 2014, con l’ordinanza n. 242 del 2015 ha avuto modo di chiarire che il senso della normativa del 2012 è quello di impedire che l’accertamento diagnostico conduca a una discrezionalità eccessiva, con rischio di estensione a postumi invalidanti inesistenti o enfatizzati, anche in considerazione dell’interesse generale e sociale degli assicurati ad avere un livello accettabile e sostenibile dei premi assicurativi, il che conferma l’esigenza economica di trovare un equilibrio tra i premi incassati e le prestazioni che le società di assicurazione devono erogare.

lesioni

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