Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Le nuove tecnologie applicate al mondo delle quattro ruote hanno fatto breccia nel cuore e nelle menti degli italiani, ma solo finché non si va a chiedere un onere eccessivo al loro portafoglio. A fronte di una predisposizione sempre più alta verso l’innovazione, infatti, il 69% degli acquirenti (sette punti in più rispetto allo scorso anno) non è disposto a pagare oltre 450 euro per godere nel proprio veicolo delle tecnologie più avanzare a livello di sicurezza, ritenendo al contrario necessario che siano i costruttori a farsi carico di questi costi aggiuntivi. L’evidenza emerge dal Global Automotive Consumer Study 2022 di Deloitte, un’analisi condotta su oltre 26mila consumatori in 25 Paesi per esplorare il grado di attrattività dei principali trend del mondo automobilistico.
Dal Fondo Beatrice che innoverà nel settore del senior housing (dedicate agli over-65), al supporto agli enti locali per accedere ai fondi del Pnrr, passando per nuove forme di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, come le concessioni a lungo termine. Il nuovo fondo avrà una dimensione target di 250 milioni, come Dante, e ad essere interessate, seppur inizialmente, come partner operativi, sarebbero le principali assicurazioni attive nel campo dell’assistenza sanitaria evoluta quindi tele-assistenza, telerefertazione e anche telemonitoraggio, da Generali a Unipol, senza escludere altre come Allianz Partners, Poste Assicura e Reale Mutua.
Il patto parasociale fra Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt è salito al 16,133% del capitale di Generali. E’ quanto emerge da un estratto del patto pubblicato sul sito della compagnia che dà conto del superamento della soglia del 16% con gli ultimi acquisti fatti dagli aderenti.
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«La digitalizzazione è al centro del dibattito del mondo finanziario, insieme al cambiamento climatico. È una trasformazione epocale nei modelli di business dell’industria bancaria che investe tutti i servizi, a partire da quelli di pagamento, e tutti gli attori del mercato, finanziari e tecnologici». A parlare è Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia. «Per questo si parla di “coopetizione” tra fintech e operatori tradizionali, cioè della collaborazione tra soggetti potenzialmente in concorrenza, specie in alcuni settori particolarmente innovativi, come quello delle applicazioni della blockchain. È uno scenario che monitoriamo con attenzione perché ci sono opportunità per i consumatori ma anche rischi».
- I consumi? Spinti dalla sostenibilità
Crescita dei prezzi, climate change e instabilità politica sono i maggiori elementi di preoccupazione per l’anno appena iniziato secondo due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2021, la prima — in collaborazione con Nomisma — su un campione rappresentativo della popolazione italiana e la seconda sulla community di esperti del sito italiani.coop. Un italiano su 3 associa al 2022 la speranza, e subito dopo per il nuovo anno si auspica «ripresa» (16%) e «cambiamento» (15%), ma è il «timore» la parola chiave che raddoppia le citazioni rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Preoccupati per l’ambiente e fiduciosi nelle opportunità della tecnologia, gli italiani guardano al nuovo anno ripromettendosi di prendersi cura di sé (57%), di cercare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata (56%) e di uscire dalla pandemia con l’ambizione di rivedere le proprie priorità (55%), magari costruendosi una nuova vita (21%). A impensierire maggiormente i manager italiani nel 2022 è invece l’aumento dell’inflazione. Se tra i market maker e gli opinion leader della community di italiani.coop prevale un certo ottimismo sull’andamento generale dell’economia e sulla situazione pandemica, sono invece i consumi delle famiglie e il mercato del lavoro a preoccupare. Per il 60% dei manager i consumi seguiranno il Pil, ma a distanza perché ostaggio di una inflazione stimata al 2,9%.
- Il futuro è la micromobilità: la vuole l’81%
Chi non li ha mai visti sfrecciare rigorosamente sui marciapiedi o sulle piste ciclabili, parcheggiati raramente in maniera ortodossa o affastellati nelle aree un tempo libere di una qualunque piazza del centro? Sono i monopattini elettrici, una moda esplosa durante il lockdown e cresciuta proprio perché in molti preferiscono viaggiare su un mezzo proprio o in condivisione (a pagamento) piuttosto che tra la folla di autobus e metropolitane. Non sono soli, i monopattini. In questi due anni di pandemia si è consolidato l’uso delle biciclette, anche elettriche, e quello degli scooter elettrici grazie ai servizi di sharing (sul fronte delle vendite invece il bilancio è negativo).
- Banche, valutazione del rischio climatico su credito e liquidità