ASSOGESTIONI: SOLO A DICEMBRE ALTRI 7,8 MILIARDI . PATRIMONIO COMPLESSIVO A QUOTA 2.583
di Marco Capponi
Il risparmio gestito italiano traccia il bilancio definitivo del 2021 dei record. Una tempesta perfetta in cui la raccolta non ha registrato neppure un mese di deflussi e anzi ha sempre superato, tranne a settembre, almeno i 2 miliardi di euro. Nell’anno del boom dei mercati azionari e del ritorno agli investimenti dopo gli accumuli di liquidità pandemici, Assogestioni ha censito una raccolta complessiva in grado di sfondare nei 12 mesi il tetto dei 90 miliardi di euro, archiviando anche a dicembre un mese di afflussi significativi. Per la precisione, i 7,8 miliardi dell’ultimo mese (dato in linea con novembre) hanno portato il complessivo annuo a 91,7 miliardi. Grazie a questi numeri l’industria ha raggiunto a fine anno un patrimonio complessivo di 2.583 miliardi, con le gestioni collettive che rappresentano il 51,9% del totale (1.340 miliardi) e quelle di portafoglio il 48,1% (1.242).
Il grosso della raccolta complessiva dei 12 mesi (64,8 miliardi) è attribuibile ai fondi aperti, che solo a dicembre hanno portato 5,8 miliardi. In totale il loro peso nel portafoglio totale dell’asset management è pari a 1.263 miliardi, quasi la metà delle masse complessive dell’industria. Nel dettaglio, nel corso dell’ultimo mese del 2021 è stato registrato un ritorno di interesse per gli obbligazionari, conseguenza del periodo di volatilità dell’azionario e delle prospettive di un rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, Fed in primis. I fondi focalizzati sul reddito fisso hanno registrato nel dodicesimo mese afflussi per 3,1 miliardi, per un totale di 12,4 da gennaio. Nel corso dell’intero 2021 i fondi con raccolte più elevate sono stati tuttavia gli azionari, anche in ragione della sorprendente traiettoria dei mercati, a quota 31,8 miliardi (1,4 a dicembre) e i bilanciati, a 23,2 (1 nell’ultimo mese). Confermata, invece, la predominanza dei fondi di diritto estero: nel corso dell’anno la raccolta in questa tipologia di prodotti è stata prossima ai 60 miliardi, contro i 5,8 dei fondi di diritto italiano.
Spostando il focus sulle singole società di gestione, al primo posto per raccolta netta di dicembre si conferma il gruppo Intesa Sanpaolo, comprensivo di Eurizon e Fideuram, con afflussi pari a 2,8 miliardi, che hanno portato il patrimonio gestito sopra i 548. In questo modo l’asset management di Ca’ de Sass gestisce il 21,9% delle masse totali dell’industria. «Il dato di raccolta di dicembre», ha dichiarato Massimo Mazzini, responsabile marketing e sviluppo commerciale di Eurizon, «suggella un anno di risultati positivi, in particolare sui fondi aperti, da cui deriva il contributo maggiore, con 1,8 miliardi di flussi nel mese (solo per Eurizon, ndr), a dimostrazione della fiducia della clientela, dell’attività di consulenza delle reti di distribuzione del gruppo, dei collocatori terzi e degli altri partner istituzionali». Quanto alle strategie, il manager ha visto un interesse crescente per «mercati cinesi e megatrend, insieme a una sensibilità per i prodotti Esg, dove abbiamo una gamma in continua evoluzione».
Segue il gruppo Generali, con 518 miliardi di masse (20,7% del totale) ma deflussi pari a 189 milioni a dicembre, attribuibili in particolare ai fondi aperti (-618). Terzo gradino del podio delle masse occupato da Amundi: l’asset manager francese gestisce in Italia un patrimonio di 239 miliardi (9,5% del totale), e a dicembre ha registrato una raccolta positiva per 1,8 miliardi, seconda solo a Intesa Sanpaolo.
Da segnalare poi Anima, che col miliardo di dicembre ha raggiunto i 203,8 miliardi (8,1% del complessivo) e Poste Italiane, che è a 111 miliardi di patrimonio nonostante i deflussi da 942 milioni di dicembre, quasi tutti attribuibili alle gestioni di portafoglio istituzionali. Tra le società prive di una rete di distribuzione nel Paese vanno ricordate infine Morgan Stanley, con un patrimonio di 54 miliardi (raccolta negativa per 163 milioni a dicembre) e JP Morgan Am (patrimonio a 49 miliardi e deflussi per 90 milioni nell’ultimo mese). (riproduzione riservata)
Banca Generali, un quinto della raccolta in fondi Esgd
i Marco Capponi
Banca Generali spinge forte sul motore della sostenibilità e archivia il 2021 con un record di 6,5 miliardi di euro di masse in gestione certificate Esg e 1,4 miliardi di raccolta nel corso dei 12 mesi. Un dato rilevante, che rappresenta un quinto degli afflussi totali dell’intero 2021, pari a 7,7 miliardi, e che si confronta col target del 10% stabilito a febbraio 2019 e che l’istituto contava di raggiungere solo alla fine del 2021. Il risultato viene da lontano: già nel 2019 la società guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa ha presentato un’evoluzione della piattaforma per gli investimenti Bg Personal Portfolio così da permettere ai private banker di sviluppare portafogli profilati sulla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile (gli Sdg) dell’Agenda Onu 2030. Grazie a un algoritmo proprietario, la piattaforma è in grado di quantificare gli impatti su ciascun obiettivo dei singoli investimenti della clientela. A oggi nell’universo investibile di Banca Generali ci sono oltre 5 mila titoli che hanno una descrizione qualitativa relativa ai rating Esg, e il grado di sofisticazione è stato ulteriormente ampliato tramite una partnership con MainStreet, che ha consentito la creazione di un paniere di 250 fondi (60% generalisti e 40% tematici legati ai megatrend) considerati come i migliori secondo i principi di sostenibilità. (riproduzione riservata)
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