DOPO IL PASSO INDIETRO DI ALCUNI CANDIDATI LA LONG LIST S’ALLUNGHEREBBE OLTRE I 28 NOMI
di Anna Messia
Nessuna blindatura. La long list che il board di Generali sta mettendo a punto in vista dell’assemblea del 29 aprile è ancora aperta, e tra le figure da inserire potrebbe esserci anche quella del candidato presidente. Il prossimo appuntamento importante per il riassetto della governance della compagnia assicurativa sarà intanto mercoledì 2 febbraio, quando il consiglio di amministrazione tornerà a riunirsi (un appuntamento in calendario da tempo) per cooptare i tre membri mancanti dopo le dimissioni, che si sono susseguite nei giorni scorsi, di Francesco Gaetano Caltagirone prima, di Romolo Bardin (rappresentante di Leonardo Del Vecchio) poi, e infine di Sabrina Pucci. Il cda è così rimasto in 10 e a sentire le interpretazioni dei legali della compagnia non c’è alcun obbligo legale di ricostituirlo, nonostante lo statuto del Leone fissi il numero minimo a 13 consiglieri. Ma ormai appare certo che il board deciderà di cooptare tre nuovi consiglieri. L’occasione giusta potrebbe essere appunto il 2 ed è altrettanto probabile che si andrà a pescare proprio all’interno della long list dei 28 candidati che è già stata votata dal consiglio di amministrazione lo scorso 18 gennaio. Una long list che tra i nomi in lizza, in parziale continuità con il board uscente, oltre a quello del ceo Philippe Donnet, che otterrebbe il terzo mandato, vede anche quello del presidente Gabriele Galateri di Genola e di attuali consiglieri come Diva Moriani, Ines Mazzilli, Clemente Rebecchini, Antonella Mei-Pochtler e Lorenzo Pellicioli. Una lista che però, riferiscono fonti ben informate, non è affatto cristallizzata e anzi, nei prossimi giorni, potrebbe arricchirsi di nuovi componenti. Alcuni dei candidati esterni che erano stati indicati nei giorni scorsi, Andrea Guerra, Emma Marcegaglia, Monica Mondardini o Massimo Tononi, in particolare per la carica di presidente, sarebbero infatti intenzionati a defilarsi. Come nel caso di Guerra, già ceo di Luxottica e ora alla guida di Lvmh Hospitality, che sarebbe intenzionato a concentrare tutto il suo impegno nella divisione di alberghi e turismo creata dalla multinazionale del lusso francese, e anche le probabilità di una conferma di Galateri, unico candidato interno, sembrano ridursi. L’intenzione di Generali, nella messa a punto della lista, resta comunque quella di allinearsi alle migliori prassi di mercato guardando anche a figure internazionali che abbiano, per esempio, competente nell’ambito dell’innovazione tecnologica o degli investimenti socialmente responsabili. La partita Generali «sarà un test di maturità per il capitalismo italiano», ha detto nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel al Financial Times, con le lista del board che è la prassi tra le 50 blue chip d’Europa. Per avere un quadro più chiaro della situazione bisognerà probabilmente aspettare il 16 febbraio, quando il cda (anche questa una data prefissata) si riunirà di nuovo per votare, a quel punto, la short list con il cerchio dei candidati destinato a restringersi ulteriormente e con un’indicazione più precisa sul prossimo candidato presidente di Generali. Per quella data dovrebbe essere tra l’altro pronta anche la contro-lista dei pattisti (Caltagirone, Del Vecchio e Crt) per dare il tempo al mercato di posizionarsi in vista dell’assemblea di primavera. (riproduzione riservata)
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