AL CENTRO DEI RICORSI L’INADEGUATEZZA DEL FLUSSO INFORMATIVO TRA LE PARTI COINVOLTE
di Roberto Italia
Il 2021 è stato un anno da record anche per i risarcimenti riconosciuti ai risparmiatori da parte dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), l’organo istituito presso la Consob per la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi tra gli intermediari e i loro clienti. L’anno scorso sono rientrati nelle tasche dei risparmiatori 35,88 milioni di euro, nuovo massimo a fronte dei 28,9 milioni e dei 15,77 milioni restituiti rispettivamente nel 2020 e nel 2019. È salito così ad oltre 120 milioni l’ammontare complessivo dei rimborsi decisi dall’Acf nel suo primo quinquennio di operatività. Sono questi i dati principali che la Consob ha comunicato ieri mattina sull’attività dell’ente guidato da Gianpaolo Barbuzzi.
Sono risultati in rialzo anche il tasso di accoglimento dei ricorsi (69,4% contro i 30,4% rigettati), con una media nel quinquennio del 67,3% di reclami accolti e del 32,7% respinti. Il tasso di adempimento delle decisioni dell’organo Consob, le quali non sono vincolanti, è rimasto elevato. La percentuale di spontanea esecuzione delle decisioni dell’Acf ha sfiorato il 97% dei casi, in tendenziale e costante crescita. Gli intermediari convenuti dinanzi all’Arbitro sono stati 87 nel 2021 e 201 quelli coinvolti nell’intero quinquennio, a fronte dei 1.204 intermediari aderenti al sistema Acf. In linea con i dati dal 2017 al 2021, è stata confermata in termini quantitativi la prevalenza di ricorrenti residenti nel Nord del Paese (42,6%), seguiti da vicino dai residenti nelle regioni meridionali (38%), mentre sono rimasti distanziati i risparmiatori del Centro (18,6%) e quelli residenti all’estero (0,8%).
La quota di ricorrenti che hanno optato per l’assistenza di un procuratore si è attestata al 72% nel 2021 rispetto a una media quinquennale del 66%. Come spiegato dalla Consob, «il dato assume valenza segnaletica delle difficoltà che tuttora molti investitori retail incontrano nel farsi promotori e, soprattutto, tutori in prima persona dei propri diritti. Più in generale, rappresenta una cartina di tornasole del livello tuttora insoddisfacente di alfabetizzazione finanziaria di larghi strati della popolazione». Per rimuovere queste criticità, «l’Acf intende dare il proprio contributo alla luce dell’esperienza applicativa ormai maturata, mediante la realizzazione, già nel 2022, di iniziative mirate che vadano nella direzione di accrescere il livello di consapevolezza dei piccoli risparmiatori, superando le loro diffidenze e favorendone la migliore partecipazione alla vita economica e allo sviluppo del Paese». Infine, le dinamiche relazionali hanno continuato ad essere al centro dei motivi di conflitto tra risparmiatori ed intermediari. Critica si è rivelata essere, prima di ogni altra, la fase dell’informativa propedeutica alla scelta consapevole d’investimento, con i risparmiatori che spesso hanno lamentato una certa inadeguatezza del flusso informativo ricevuto. (riproduzione riservata)
Fonte: