di Michele Carpagnano docente di Diritto Privato e Antitrust Ue all’Università di Trento, partner Dent
Entreranno in vigore il prossimo 14 gennaio i due decreti del presidente del Consiglio dei ministri con cui sono stati individuati gli attivi, i beni e i rapporti di interesse nazionale e di rilevanza strategica ai fini dell’applicazione della normativa golden power nazionale. L’ambito di applicazione della normativa nazionale in materia di poteri speciali è stato notevolmente ampliato lo scorso marzo, in piena pandemia, sottoponendo all’obbligo di comunicazione preventiva alla presidenza del Consiglio dei ministri operazioni (acquisizione di partecipazioni e delibere societarie) relative a settori economici fino ad allora esclusi dalla normativa golden power. L’estensione dell’ambito di applicazione oggettivo, in considerazione dell’ampia individuazione dei nuovi settori strategici» da parte della normativa emergenziale, ha creato negli ultimi mesi una notevole incertezza nella business community. La situazione di incertezza applicativa ha avuto notevoli effetti indesiderati: in poco più di otto mesi la presidenza del Consiglio si è trovata a dover esaminare un numero di comunicazioni enorme (oltre 200: più del totale delle comunicazioni esaminate negli anni precedenti), mentre le imprese si sono trovate a dover comunicare operazioni molto lontane dalla ratio legis dei poteri speciali ma che rientravano spesso solo semanticamente nei nuovi settori ritenuti strategici. L’onere più grave a carico della business community e, più in generale della speditezza degli scambi economici e finanziari nel nostro Paese, è stato quello di dover sospendere il momento dell’esecuzione di centinaia di operazioni notificate prudenzialmente (il fatidico closing) per lunghi 45 giorni dalla data della notifica in attesa della comunicazione da parte della presidenza del Consiglio. I regolamenti individuano in dettaglio gli attivi, beni e le operazioni ritenute strategiche per ciascuno dei settori strategici ricorrendo a un’elencazione, evidentemente non ulteriormente estensibile in via di interpretazione, che dovrebbe portare a circoscrivere adeguatamente l’ambito di applicazione della normativa. Per la quasi totalità dei nuovi settori strategici è stato inoltre introdotto un criterio dimensionale dell’impresa coinvolta (fatturato annuo netto non inferiore a 300 milioni di euro e numero medio annuale di dipendenti non inferiore a 250 unità), al di sotto del quale le operazioni dovrebbero essere ritenute de minimis. L’entrata in vigore dei regolamenti è da accogliere senz’altro con favore e c’è da attendersi che determinerà una «normalizzazione» quantitativa e qualitativa delle comunicazioni sottoposte al vaglio della presidenza del Consiglio nei prossimi anni. Ricordiamo, infine, che i settori ritenuti strategici dal nuovo golden power, a parte i tradizionali «Difesa e Sicurezza nazionale» ed «Energia, Trasporti e Comunicazioni» ricomprendono numerosi settori industriali che saranno chiave per il rilancio dell’economia nazionale nello scenario economico post-pandemico come: «Acqua», «Salute», «Finanziario, Creditizio e Assicurativo», «Trattamento, archiviazione, accesso e controllo di dati e di informazioni sensibili», «Intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cibersicurezza, nanotecnologie e biotecnologie», «Approvvigionamento di fattori produttivi e nel settore agroalimentare» nonché nel settore della «libertà e del pluralismo dei media». La prassi applicativa in materia di nuovo golden power condizionerà, inevitabilmente, le scelte di investimento estero diretto in Italia per i prossimi anni e i regolamenti sono un primo messaggio per la business community internazionale. (riproduzione riservata)
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