di Anna Messia
Ubi Banca si appresta a sciogliere le riserve sul dossier bancassicurazione con nuove ipotesi che si sono aggiunte nelle ultime settimane. Sul tavolo, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, c’è l’idea di una proroga delle attuali alleanze con Cattolica e Aviva in scadenza a fine anno, per un periodo che potrebbe arrivare anche a due-tre anni. Ma non solo. Il tempo a disposizione per la scelta, evidentemente, non è molto considerando che il nuovo assetto dovrà essere annunciato con la presentazione del nuovo piano triennale della banca guidata fa Victor Massiah, da presentare entro marzo. Quello assicurativo è un tassello fondamentale per il futuro assetto del gruppo e la scadenza di fine anno degli accordi con Aviva e Cattolica poteva essere l’occasione per consentire alla banca di capitalizzare gli asset assicurativi, con un’operazione stimata tra i 600 e i 700 milioni. Le cose, però non sono andate come sperato e la gara avviata alla fine dello scorso anno per individuare un nuovo partner non ha consentito di chiudere il cerchio. Cattolica, che sembrava la più calda sul dossier, alla fine si è sfilata e la stessa cosa ha fatto Generali. Nella partita resterebbero altri pretendenti come gli stessi inglesi di Aviva e soprattutto di Cardif (Bnp Paribas), ma neppure in questo caso le proposte sarebbero tali da soddisfare appieno le aspettative della banca. La partita, anche su questo fronte, non è evidentemente chiusa anche perché il beneficio di scegliere un nuovo alleato sarebbe quello, non trascurabile, di razionalizzare il business. Ma intanto Ubi non ha nascosto di valutare strade alternative come quella di optare per l’internazionalizzazione del business assicurativo. In questo caso il modello da prendere a riferimento sarebbe quello di Intesa Sanpaolo che in questi anni è riuscita a portare Intesa Sanpaolo Vita, controllata al 100%, ai vertici del mercato assicurativo e ora ha spinto pure sulla crescita della compagnia Danni, Intesa Sanpaolo Assicura. Il vantaggio sarebbe di mantenere nel gruppo gli utili provenienti dal comparto delle polizze, che promettono di continuare a crescere anche negli anni futuri sia nel danni sia nel Vita, con un perfetto allineamento di interessi tra le filiali e la compagnia. Ma anche in questo scenario c’è una nuova ipotesi che si è fatta spazio nelle ultime settimane: invece che cercare un partner assicurativo Ubi potrebbe optare per un partner finanziario, come un fondo di private equity, che consentirebbe allo stesso tempo di incassare pronta liquidità da reinvestire pure nella crescita del business assicurativo. Si vedrà, ma non è neppure escluso che alla fine Ubi decisa più semplicemente di prorogare gli attuali accordi con Cattolica e Aviva e anche in questo caso, evidentemente, non senza una contropartita economica. (riproduzione riservata)
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