Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
A dicembre la raccolta netta di FinecoBank è stata pari a 721 milioni, con un asset mix che evidenzia un’ulteriore accelerazione nel processo di conversione della clientela verso il risparmio gestito. Nel 2019, spiega una nota, la componente gestita balza al 56% della raccolta complessiva dal 36% a cui si attestava al termine del 2018.
La raccolta netta di risparmio gestito (escluso Ramo I) del gruppo Anima in dicembre è stata positiva per circa 152 milioni, con un totale 2019 positivo di circa 323 milioni. A fine dicembre le masse gestite complessive del gruppo ammontano a 186 miliardi, in aumento di oltre 12 miliardi sul dato di fine 2018 anche grazie a una performance ponderata netta dei fondi comuni che si conferma positiva per l’8,5% nel 2019.
Azimut si appresta a sbarcare anche nel mercato dei fondi immobiliari. «Mercoledì abbiamo ottenuto il via libera da parte di Bankitalia per ampliare la nostra offerta anche alla parte immobiliare», ha dichiarato ieri l’a.d. e d.g. di Azimut Holding, Paolo Martini. Il gruppo fondato da Pietro Giuliani debutta nel mattone con un fondo riservato alla clientela istituzionale. «Avrà una dimensione di 800 milioni di euro e stiamo allestendo il team» che opererà nel real estate. Per gestirlo, Azimut ha chiamato da Prelios sgr l’ex d.g. Andrea Cornetti, che avrà anche la responsabilità delle attività legate al mattone. Il nuovo fondo «avrà un forte focus sulle infrastrutture sociali e investirà solo in Italia, dove c’è tanta necessità di riqualificare il parco immobiliare. Quanto alla leva che verrà applicata», ha aggiunto Martini, «ci stiamo ancora ragionando».
Il cda di Cattolica Assicurazioni, riunitosi sotto la presidenza di Paolo Bedoni e con l’intervento dei consulenti legali, circa la richiesta di convocazione di assemblea straordinaria dei soci ricevuta il 18 dicembre, in attesa dei pareri legali, si è aggiornato per le opportune determinazioni per la seduta fissata per il prossimo 16 gennaio.
A dicembre la raccolta netta di risparmio gestito (escluso Ramo I) del gruppo Anima è stata positiva per circa 152 mln, con un totale da inizio 2019 positivo per circa 323 mln. A fine dicembre le masse gestite complessive ammontano a 186 mld, in aumento di oltre 12 miliardi sul dato di fine 2018 anche grazie a una performance ponderata netta dei fondi comuni che si conferma positiva per oltre l’8,5% nel 2019. «Chiudiamo il 2019 con un dato positivo della raccolta (escluso Ramo I), grazie a un II semestre che ha visto il ritorno della fiducia sulle soluzioni di risparmio gestito», ha commentato Marco Carreri, amministratore delegato di Anima Holding.
- Sicurezza stradale anche i vigili faranno i controlli
Le polizie municipali saranno coinvolte nei servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana. Dopo le tragiche stragi del sabato sera la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il presidente dell’Anci Antonio Decaro hanno siglato un accordo quadro che prevede il coinvolgimento dei prefetti e degli enti locali nei controlli e nella sicurezza stradale. Più etilometri usa e getta e più pattuglie nelle vicinanze delle discoteche e dei locali.
- Azimut festeggia un utile a 370 milioni “Adesso l’immobiliare”
Azimut – società di gestione patrimoniale – festeggia i 30 anni di attività con una serie di risultati positivi. Il gruppo prevede di chiudere il 2019 con il miglior utile netto consolidato della storia. Sarà compreso fra i 360 e i 370 milioni di euro. I dividendi distribuiti agli azionisti nei cinque anni del piano 2015-2019 sono pari ad almeno 7,8 euro per azione. Questo dato include la cifra che verrà proposta al consiglio di amministrazione di Azimut Holding, convocato per il 5 marzo 2020. L’anno scorso, Azimut ha accumulato una raccolta netta di 4,6 miliardi di euro, portando così il patrimonio complessivo a superare i 59 miliardi. Azimut, infine, è pronta ad entrare nel real estate. «Abbiamo ottenuto ieri l’ok di Bankitalia – annuncia Paolo Martini, uno dei cinque amministratori delegati del gruppo – per ampliare la nostra operatività alla parte immobiliare».
- Fineco, raccolta a 721 milioni
Fineco a dicembre ha raccolto 721 milioni, di cui 485 nell’ambito della raccolta gestita; i dati portano la raccolta da inizio anno a 5,84 miliardi. Nel 2019 la componente gestita balza infatti al 56% della raccolta complessiva dal 36% a cui si attestava al termine del 2018. «Fineco ha chiuso il 2019 con un dato di raccolta decisamente positivo, che conferma la capacità di soddisfare l’esigenza sempre crescente dei suoi clienti di una gestione più efficiente dei propri risparmi, puntando sulla qualità dei propri prodotti e senza ricorrere a offerte commerciali aggressive.
- Azimut, utili a quota 370 milioni
Azimut mette a segno nel 2019 il miglior utile netto nella storia del gruppo, 30 anni dalla Fondazione e 15 dalla quotazione. I dati preliminari stimano un utile netto fra i 360 e 370 milioni, triplicato rispetto al 2018. La raccolta netta si attesta a 4,6 miliardi (350 milioni a dicembre 2019).
- Dopo Quota 100 uscite a 64 anni
Evitare lo scalone tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 garantendo comunque una pensione anticipata flessibile ma con almeno 64 anni d’età. Aumentano i consensi, non senza alcune variabili, a questa soluzione per rendere il più indolore possibile la conclusione della sperimentazione triennale di Quota 100. Proprio l’innalzamento del requisito anagrafico a 64 anni rappresenta il denominatore comune, insieme con il calcolo interamente contributivo del trattamento anticipato, come già accade per “Opzione donna”, delle soluzioni alle quali guardano una parte del Pd e dei tecnici di area Dem. Ma anche di esperti indipendenti o vicini al Centro-destra. È il caso di Alberto Brambilla, già sottosegretario al Lavoro nel Governo Berlusconi e attuale presidente di Itinerari previdenziali, secondo il quale per scongiurare il rischio-scalone sarebbe necessario un pensionamento agevolato a 64 anni di età, adeguata alla speranza di vita con 37/38 anni di contributi. Quindi: Quota 101 o, più probabilmente, 102 interamente “contributiva”. Con un costo di circa 2,5 miliardi l’anno fino al 2028, che sarebbe significativamente inferiore a quello di Quota 100.
- Swiss Life compra da Bnl i futuri uffici di WeWork
È un’operazione che segna il ritorno stabile di un gruppo assicurativo in Italia. La prima transazione di un asset con WeWork come inquilino. L’edificio in questione, passato di mano negli ultimi giorni, è il palazzo all’indirizzo di via Vittor Pisani 15 a Milano, di proprietà di Bnl. A comperare sarebbe, secondo le indiscrezioni che circolano insistenti sul mercato, Swiss Life per una cifra compresa in un range tra 60 e 80 milioni di euro.
- Insider trading, da provare il danno a Consob
Nessun automatismo nel risarcimento a Consob per insider trading. Lo stabilisce la Cassazione con la sentenza 397 della Quinta sezione penale depositata ieri. È stato così accolto sul punto, come pure sulla determinazione del trattamento sanzionatorio, il ricorso presentato dalla difesa di un manager di compagnia assicurativa, sanzionato sia sul piano penale sia sul piano amministrativo, per il reato di abuso di informazioni privilegiate. In appello, unica modifica al verdetto di primo grado, era stato deciso anche un risarcimento nei confronti di Consob. Aspetto, quest’ultimo, contestato dalla difesa che aveva messo in luce come i giudici di secondo grado avessero, interpretando non correttamente l’articolo 187 undecies del Tuf, ritenuto che il danno risarcibile a Consob deriva dalla semplice commissione dell’abuso di mercato, senza la necessità di una prova ulteriore dell’esistenza della lesione e del collegamento tra questa e la condotta.
- Cattolica, sotto tiro le mogli di Minali e Bedoni
Ieri il consiglio di amministrazione della compagnia, che ha vagliato la richiesta di convocazione di un’assemblea presentata dai soci “dissidenti” guidato da Francesco Brioschi e Massimiliano Cagliero, ha stabilito di riaggiornarsi sul tema il prossimo 16 gennaio in attesa di ricevere i quattro pareri legali sollecitati sul tema. Nel mentre, però, ha anche preso atto «che il 24 dicembre 2019 il comitato per il controllo sulla gestione ha segnalato alle Autorità di Vigilanza competenti due irregolarità operative in materia di internal dealing di scarsa rilevanza economica». A chi si riferiscono queste due operazioni? Una sicuramente è da attribuire all’ex componente del collegio sindacale Andrea Rossi. Il sindaco avrebbe acquistato a gennaio 2018 circa 6.500 azioni «in violazione del periodo di chiusura», ossia a ridosso della comunicazione del nuovo piano industriale. E lo stesso, si spiega, avrebbe fatto Cinzia Galipò, moglie dell’ex amministratore delegato Alberto Minali. Cinzia Galipò, come documentato da apposita comunicazione di internal dealing, ha acquistato 3 mila titoli il 10 gennaio 2019, ossia lo stesso giorno in cui il consiglio di amministrazione della compagnia ha accolto la richiesta di ammissione a socio della Berkshire Hathaway di Warren Buffet. In proposito, si sottolinea tuttavia, che tecnicamente non si può parlare di irregolarità operativa poiché l’acquisto è stato segnalato per tempo a Consob ancora un anno fa e la Commissione non ha avuto nulla da rilevare in proposito fino ad ora. A questo punto, in caso andrebbe giustificata all’Autorità. Così ieri sera lo stesso Minali ha ribadito all’Ansa: «L’operazione fatta da mia moglie non costituisce irregolarità operativa, perché è stata notificata correttamente ed entro i termini alla Consob un anno fa, senza che da allora sia stato formulato alcun rilievo da parte dell’authority».
- Il risparmio previdenziale: un mercato dominato dagli operatori francesi
Mentre il BlackRock americano è diventato la bestia nera degli oppositori della riforma pensionistica, spaventato dai suoi 7.000 miliardi di dollari di attività in tutto il mondo, la sua quota di mercato è in realtà inferiore all’1% in Francia. Ha 27,4 miliardi di euro di attivi in gestione in un mercato di 4.000 miliardi di euro. La gestione patrimoniale è uno dei principali punti di forza della finanza francese, con oltre 600 società di gestione che danno lavoro a quasi 18.000 persone (fonte: AMF, a fine 2018). E sono i player francesi ad essere in testa. Amundi, il campione europeo, con oltre 1,5 trilioni di euro in gestione, di cui quasi 900 miliardi di euro in Francia, è una controllata quotata del Crédit Agricole. Segue Natixis IM (oltre 800 miliardi di euro di impieghi in tutto il mondo), una filiale del gruppo BPCE, seguita dalla filiale di gestione dell’assicuratore AXA con oltre 700 miliardi di euro. Il braccio dirigenziale del gruppo BNP Paribas non è molto indietro, con oltre 500 miliardi di euro di attivi in gestione. Nel mercato del risparmio previdenziale, stimato a 220 miliardi di euro nel 2018, il dominio degli operatori francesi è ancora più evidente. Amundi, Natixis e BNP Paribas si dividono la metà del mercato, con un patrimonio gestito rispettivamente di 61 miliardi di euro, 30 miliardi di euro e 13 miliardi di euro, secondo l’Associazione francese di gestione patrimoniale (AFG).
- Porsche e Munich Re rafforzano la collaborazione