di Elena Dal Maso
Il ragionamento è lineare: se Banca Mediolanum ha raccolto oltre 4 miliardi nel 2019, di cui 3 nel risparmio gestito, il settore che rende di più, con un coefficiente di solidità patrimoniale, il Cet 1, al 18,8%, e un Npl ratio netto dello 0,7%, perché deve sposarsi per crescere? Questa la posizione della famiglia Doris, di Ennio e del figlio Massimo, presidente e ad del gruppo, ieri mattina al lancio di un nuovo prodotto. Si tratta di un conto che va controcorrente, perché per chi porta nuova liquidità rende il 2% lordo annuo sulle somme vincolate a sei mesi, mentre per un anno non ha costi, né continuerà ad averli se si affida alla banca la propria liquidità da investire in fondi. La famiglia Doris ha poi avvertito che non intende diluirsi nelle quote, ora è a oltre il 40% delle azioni, perché vuole continuare a poter prendere decisioni importanti al volo senza dover aspettare i tempi di un socio industriale. Come per esempio la scelta di pagare 160 milioni di euro nel 2008 ai clienti che avevano in mano titoli Lehman Brothers, scelta vincente perché l’anno successivo la raccolta raddoppiò da 2,78 a 5,8 miliardi di euro. In tutto la banca ha sborsato oltre 400 milioni di interventi negli anni, compresi 164 milioni pagati attraverso il sistema per salvare istituti in fallimento. E poiché il modello di banca leggera, senza sportelli, molto tech e da sempre vicina ai clienti attraverso gli oltre 5.100 family banker e 3 mila dipendenti in Europa (che a marzo riceveranno un bonus di 2 mila euro per un totale di 17 milioni) non trova corrispettivo nelle altre reti, «Mediolanum continuerà a crescere per vie interne, ma facendo accordi con i grandi gruppi mondiali con Apple, Google e Samsung, per ampliare i servizi e aumentare il parco clienti», ha detto Ennio Doris. Il banchiere ha anche avvertito che «siamo all’inizio del m&a nel settore finanziario, a causa della concorrenza digitale e ne vedremo delle belle. Ma non intendiamo fonderci con Mediobanca, né con Azimut o altri».
Però Doris, a titolo personale, sta continuando a comprare titoli di Piazzetta Cuccia, è quasi al 4%. «Un investimento felice», ha spiegato ieri, «visto che la banca è gestita bene». Intanto Mediolanum sta preparando una super cedola per gli azionisti: «Una ordinaria di oltre 0,4 euro, superiore al 2019 e una straordinaria in contanti», ha anticipato Massimo Doris.
Quanto ai Pir, la banca sta convertendo tutti i fondi esistenti alla nuova normativa e a febbraio parte la raccolta. «Miriamo a raggiungere 700 milioni nel 2020, il 20% del mercato, perché da sempre crediamo nell’economia reale, le pmi», ha aggiunto l’ad. Il gruppo è il primo investitore dell’Aim con circa 120 milioni di controvalore, pari al 3% dei 3 miliardi di flottante del Ftse Aim Italia. (riproduzione riservata)
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