Se è vero che nelle ultime ore le tensioni fra Stati Uniti e Iran si stanno in qualche modo raffreddando, così come sembrano allontanarsi gli spettri di una nuova guerra mondiale, i recenti eventi che hanno incendiato il Medio Oriente lasceranno comunque il segno sul settore assicurativo.
Secondo quanto dichiarato alla stampa da Jonathan Moss, responsabile dell’area marine e trade dello studio britannico DWF, le recenti turbolenze influenzeranno assicuratori e riassicuratori, con particolare riferimento ad alcune linee di business quali: guerra, terrorismo, construction e assicurazioni marittime (cargo, hull e pirateria).
Le tensioni delle ultime settimane andranno a incidere nella fase di rinegoziazione delle coperture, in conseguenza dei maggiori rischi connessi al commercio in tutta la regione medio-orientale. In una nota Moss dichiara di aspettarsi addirittura l’imposizione di condizioni “draconiane” nelle polizze, “aumentando in maniera significativa i costi delle coperture assicurative che aumenteranno in maniera esponenziale nei prossimi mesi. Pensiamo solamente alle navi che dovranno modificare e allungare le proprie rotte di navigazione per evitare le aree più pericolose. Di conseguenza, dovranno essere aumentati i salari degli equipaggi, a causa del maggior rischio di essere presi d’assalto da gruppi di pirati nello stretto di Hormuz, finendo così per incrementare i costi pagati dai consumatori finali per usufruire delle merci trasportate. Insomma, un problema che andrà ad ostacolare il commercio internazionale”.
Moss ha ricordato gli attacchi subiti da due petroliere saudite il 12 maggio 2019 in navigazione nel Golfo dell’Oman, raggiunte da un siluro.
Un attacco che vide l’immediata reazione dell’Iran che definì “sospetta” la coincidenza con la visita a Teheran del primo ministro giapponese Shinzo Abe e il suo incontro con la Guida Suprema Ali Khamenei, con l’attacco.
L’attacco avvenne non lontano dallo Stretto di Hormuz, un mese dopo un incidente simile nella stessa area. Il personale a bordo delle navi fu soccorso dalla Marina iraniana e sul posto intervenne anche la Quinta flotta statunitense, per prestare assistenza.
L’incidente spinse il Joint War Committee ad adottare misure specifiche. Infatti, prima di entrare nell’area considerata a rischio, gli armatori devono informare i propri assicuratori. Molti dei quali continuano a sottoscrivere rischi per quell’area, anche se guardano con attenzione all’evoluzione degli eventi. “Gli underwriter sono abituati a considerare l’instabilità geopolitica dei prezzi, ma gli eventi del 2019 hanno creato le condizioni di una tempesta perfetta per le società che commerciano in quella regione, aumentando i premi assicurativi mediamente del 10% nell’arco di soli sei mesi”.
In conclusione, Moss sottolinea che “un nuovo periodo di disordini e turbolenze spingerà gli assicuratori e i riassicuratori a uscire da determinate linee assicurative o di applicare tariffe talmente elevati da determinare un impatto negativo sull’intero traffico commerciale”.