I cambiamenti climatici (nel lungo periodo) e la conflittualità politica ed economica (nel breve termine) sono i principali rischi globali evidenziati dal Global Risks Report 2020 realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con Marsh & McLennan Companies e Zurich Insurance Group, pubblicato ieri.
Il report evidenzia come le preoccupazioni relative ai rischi ambientali siano costantemente aumentate nel corso dell’ultimo decennio, così come la richiesta di un cambio di rotta radicale. I rischi ambientali dominano infatti la top 5 dei rischi a lungo termine e risultano percepiti in modo particolare da parte delle generazioni più giovani, che classificano questi rischi, nel breve e lungo termine, con maggiore gravità rispetto agli altri intervistati.
Circa il 90% dei più giovani ritiene che le “ondate di caldo estremo”, la “distruzione degli ecosistemi” e le “conseguenze sanitarie dell’inquinamento” peggioreranno nel 2020, rispetto al 77%, 76% e 67% rispettivamente delle altre generazioni. Inoltre, i più giovani ritengono che entro il 2030 l’impatto dei rischi ambientali sarà più probabile e catastrofico.
Il report sottolinea inoltre l’esigenza che le parti interessate si adattino allo “storico cambio di potere attuale” e all’instabilità geopolitica, preparandosi comunque al futuro, onde evitare lo scadere del tempo a disposizione per affrontare alcune delle più urgenti sfide economiche, ambientali e tecnologiche: il 78% dei rispondenti ha infatti dichiarato di aspettarsi un aumento del “confronto economico” e della “polarizzazione politica nazionale” nel corso del 2020.
Le conseguenze potrebbero rivelarsi catastrofiche, soprattutto a fronte delle urgenti sfide da affrontare come la crisi climatica, la perdita di biodiversità e il rapido declino delle specie. Il report individua la necessità per i policy maker di coordinare gli obiettivi di protezione del pianeta e quelli di avanzamento economico, e per le aziende l’esigenza di adeguarsi a obiettivi basati sulla scienza per evitare il rischio di perdite disastrose in futuro.
“Assistiamo a un aumento delle pressioni sulle aziende da parte di investitori, autorità di regolamentazione, clienti e dipendenti perché dimostrino la loro resilienza alla sempre maggiore volatilità climatica. I progressi scientifici consentono di generare modelli più precisi dei rischi climatici e integrarli quindi nei processi di gestione del rischio e nelle pianificazioni aziendali. Gli eventi di importanza elevata, come gli incendi divampati recentemente in Australia e California, stanno spingendo sempre di più le aziende ad adottare misure contro il rischio climatico affrontando al contempo rischi informatici e geopolitici di notevole entità”, spiega John Drzik, Chairman, Marsh & McLennan Insights.
I 5 rischi più rilevanti in termini di probabilità per i prossimi 10 anni:
- Eventi meteorologici estremi (ad esempio, inondazioni, tempeste, ecc.)
- Fallimento delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici
- Catastrofi naturali gravi (ad esempio terremoto, tsunami, eruzione vulcanica, tempeste geomagnetiche)
- Perdita importante della biodiversità e collasso dell’ecosistema
- Danni e disastri ambientali causati dall’uomo
I 5 rischi più rilevanti in termini di impatto per i prossimi 10 anni:
- Fallimento delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici
- Armi di distruzione di massa
- Perdita importante della biodiversità e collasso dell’ecosistema
- Eventi meteorologici estremi (ad esempio, inondazioni, tempeste, ecc.)
- Crisi idrica
Potenti forze economiche, demografiche e tecnologiche stanno delineando nuovi equilibri del potere. Il risultato è un panorama geopolitico incerto, in cui le nazioni guardano a opportunità e sfide da una prospettiva unilaterale. Quelle che una volta erano certezze relative alle strutture delle alleanze e dei sistemi multilaterali si stanno sgretolando poiché gli stati hanno iniziato a mettere in discussione il valore dei modelli consolidati, ad adottare posizioni più nazionaliste per il perseguimento di obiettivi individuali e a valutare le possibili conseguenze geopolitiche del decoupling economico.
Al di là del rischio di conflitto, se le parti interessate si concentrano sugli immediati vantaggi geostrategici senza riorganizzare o adattare i meccanismi di collaborazione in questo periodo di incertezza, potrebbero perdere l’occasione di intervenire sulle priorità fondamentali.
Rischi per la stabilità economica e la coesione sociale
Le ultime edizioni del Global Risks Report avevano segnalato pressioni verso il basso dell’economia globale causate da debolezze macroeconomiche e disparità finanziarie. Tali pressioni hanno continuato a intensificarsi nel 2019, aumentando il rischio di stagnazione economica. Dazi contenuti, prudenza fiscale e solidi investimenti globali, una volta ritenuti fondamentali per la crescita economica, stanno cedendo il passo alle politiche nazionaliste praticate dai leader. Anche i margini per lo stimolo monetario e fiscale sono più ridotti rispetto agli anni precedenti alla crisi finanziaria del 2008-2009, con la conseguente incertezza sul funzionamento delle politiche anticicliche. Quest’anno si prevede un clima economico di sfida: secondo il Global Risks Perception Survey (sondaggio sulla percezione dei rischi globali), la community formata da molteplici stakeholder ritiene che lo “scontro economico” e la “polarizzazione politica nazionale” rappresenteranno i rischi principali nel 2020.
In questa prospettiva economica sempre più cupa, è aumentata l’insoddisfazione dei cittadini verso quei sistemi incapaci di promuovere il progresso. La disapprovazione delle misure intraprese dai governi per risolvere seri problemi economici e sociali ha provocato proteste in tutto il mondo, indebolendo potenzialmente la capacità dei governi di intraprendere azioni decisive in caso di recessione. Senza stabilità economica e sociale, i Paesi potrebbero perdere le risorse finanziarie, il margine fiscale, il capitale politico o il supporto della società necessari per affrontare importanti rischi globali.
Minacce climatiche e accelerazione della perdita di biodiversità
Il cambiamento climatico sta colpendo più duramente e rapidamente del previsto. Gli ultimi cinque anni sono in lizza per il record di temperature, i disastri naturali stanno diventando sempre più gravi e frequenti e lo scorso anno ha fatto registrare condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo. Ipotesi allarmanti prevedono che le temperature globali cresceranno di almeno 3° C entro la fine del secolo, il doppio del limite fissato dai climatologi per evitare le più serie conseguenze economiche, sociali e ambientali. Agli effetti a breve termine del cambiamento climatico bisogna aggiungere anche l’emergenza planetaria che include la perdita di vite umane, le tensioni sociali e geopolitiche e l’impatto economico negativo.
Per la prima volta nella storia del Global Risks Perception Survey, le preoccupazioni ambientali dominano la classifica dei rischi a lungo termine in fatto di probabilità tra i molteplici stakeholder del World Economic Forum; anche tre dei cinque rischi principali in termini di impatto sono ambientali (vedere la Figura I, Evoluzione dello scenario dei rischi 2007-2020). In base al sondaggio, il “fallimento delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici” rappresenta il primo rischio in termini di impatto e il secondo in termini di probabilità per i prossimi 10 anni. I membri della Global Shapers Community, componenti più giovani del Forum, mostrano una preoccupazione perfino maggiore, classificando i problemi ambientali come rischi principali sia a breve sia a lungo termine.
L’eterogenea rete di stakeholder del Forum valuta la “perdita di biodiversità” come secondo rischio per impatto e terzo per probabilità nei prossimi dieci anni. Il tasso di estinzione attuale è da decine a centinaia di volte superiore rispetto alla media degli ultimi 10 milioni di anni ed è in costante accelerazione. La perdita di biodiversità ha implicazioni critiche sull’umanità, dal collasso dei sistemi nutrizionali e sanitari all’alterazione di intere catene alimentari.
Conseguenze della frammentazione digitale
Attualmente, oltre il 50% della popolazione mondiale ha accesso a Internet, circa un milione di persone vi accede per la prima volta ogni giorno e due terzi della popolazione globale possiedono un dispositivo mobile. Sebbene la tecnologia digitale offra enormi vantaggi economici e sociali alla maggior parte della popolazione mondiale, questioni quali la disparità dell’accesso a Internet, l’assenza di un modello globale di governance della tecnologia e la scarsa sicurezza informatica pongono rischi significativi. Anche l’instabilità geopolitica e geoeconomica, tra cui la possibilità di uno spazio informatico frammentato, minacciano la piena realizzazione di tutto il potenziale delle tecnologie di prossima generazione. Gli intervistati ai fini del sondaggio hanno indicato l'”interruzione delle infrastrutture di informazione” come il sesto rischio per impatto nei prossimi anni fino al 2030.
Nuove pressioni sui sistemi sanitari
I sistemi sanitari mondiali corrono il rischio di diventare inadeguati allo scopo. Le nuove vulnerabilità provocate dal cambiamento dei modelli sociali, ambientali e tecnologici minacciano di annullare gli straordinari progressi in termini di salute e prosperità resi possibili dai sistemi sanitari nell’ultimo secolo. Le malattie non trasmissibili, come quelle cardiovascolari o mentali, hanno sostituito le malattie infettive come causa principale di morte, mentre la crescente longevità e i costi sociali ed economici per la gestione delle malattie croniche hanno messo sotto pressione i sistemi sanitari di molti Paesi. I progressi nei confronti delle pandemie sono minati dalla diffidenza verso i vaccini e dalla farmacoresistenza, che complicano sempre di più l’eliminazione definitiva di alcuni dei più feroci killer dell’uomo. Con il riaffiorare dei rischi sanitari conosciuti e l’emergere di quelli nuovi, i successi passati che hanno consentito di superare le sfide sanitarie non garantiscono risultati futuri adeguati.
Il report completo, in inglese, è disponibile per il download a questo indirizzo: https://www.weforum.org/reports/the-global-risks-report-2020