di Anna Messia
C’è anche un punto che riguarda «la revisione dell’organizzazione della compagnia» tra gli argomenti all’ordine del giorno del consiglio di amministrazione di Cattolica assicurazioni che domani dovrà deliberare sulla convocazione dell’assemblea straordinaria richiesta dai soci dissidenti per modificare lo statuto della società. Per ora non si hanno ulteriori dettagli, e non dovrebbe trattarsi di una revisione profonda, ma è comunque la prima mossa verso un riassetto da quando il direttore generale Carlo Ferraresi ha preso le redini di Cattolica, a fine ottobre scorso, in conseguenza del defenestramento di Alberto Minali. Ad oggi nessuna delle persone chiamate nella compagnia dall’ex amministratore delegato ha lasciato la società, anche se non è mancato qualche ridimensionamento. Tra gli uomini che avevano seguito il manager nel suo progetto di trasformazione di Cattolica ci sono pedine chiave per la compagnia di Verona: dal group chief insurance officer, Valter Trevisani (che con Minali aveva lavorato in Generali) al cfo Enrico Mattioli, ma anche il responsabile legale, Stefano Semolini e Marco Passafiume, responsabile della bancassicurazione. La revisione organizzativa che sarà votata dal prossimo consiglio di amministrazione, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, dovrebbe essere di carattere operativo, senza coinvolgere le persone. Anzi, l’intenzione di Ferraresi sarebbe quella di continuare a valorizzare le figure già interne alla compagnia. Ma si vedrà. Del resto è evidente che l’assetto in Cattolica non è ancora quello definitivo. A partire dalla figura dello stesso Ferraresi che ricopre l’incarico di direttore generale, con le deleghe di amministratore delegato, ma che resta al di fuori dal consiglio di amministrazione mentre Minali, rimasto in azienda, siede tuttora nel board. E questione cruciale resta ovviamente anche quella dell’assemblea straordinaria che, qualora venisse convocata, porterebbe sul tavolo una modifica significativa della governance di Cattolica. La prima figura che verrebbe interessata dalle novità è quella del presidente, Paolo Bedoni, che è al vertice della compagnia dal 2006 e ne è consigliere dal 1999.
I soci dissidenti, che hanno raccolto i voti necessari alla richiesta di convocazione dell’assemblea straordinaria per la modifica dello statuto, chiedono infatti l’introduzione di un limite al numero dei mandati e all’età dei consiglieri, per garantire un efficiente ricambio, anche generazionale, nella governance della compagnia. Non solo. Puntano anche a ridefinire il ruolo della stessa figura di presidente che non potrà avere cariche esecutive e lascerà ad altri amministratori indipendenti la partecipazione ai comitati consiliari, per svolgere la funzione di garante del rispetto delle best practice in materia di governance. Ma nulla è ancora certo. Non solo perché per dare il via libera all’assemblea straordinaria si attendono i pareri legali ma anche perché, per modificare lo statuto, servirà il voto favorevole dei due terzi dei soci. Intanto ieri è proseguita l’ispezione di Ivass che, insieme a quella di Consob (e alla Guardia di Finanza), avviata a fine 2019, stanno raccogliendo documenti della società per fare luce sull’uscita di Minali che dal punto di vista industriale, come riconosciuto dalla stessa società ha attenuto buoni risultati. E notizia di ieri, secondo comunicazione Consob, è che lo scorso gennaio Dimensional Fund ha limato al 4,996% la partecipazione detenuta nel capitale di Cattolica dal 5,009% che aveva dichiarato al mercato l’8 luglio 2019. (riproduzione riservata)
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