Il decreto legge approvato ieri cristallizza anche i requisiti per i lavoratori precoci
A quota 100 si aggiungono opzione donna e ape sociale
di Daniele Cirioli
Cinque possibilità per anticipare la pensione. Oltre a quota 100, infatti, il governo ha approvato ieri le proroga di opzione donna e ape sociale e ha cristallizzato (ma fino al 2026) i requisiti per la pensione anticipata e per i lavoratori precoci.
Quota 100. La misura è introdotta in via sperimentale, limitatamente al triennio 2019/2021. Consentirà di andare in pensione anticipata maturando, appunto, «quota 100» con la somma di età (non inferiore ai 62 anni) e contributi (almeno 38 anni). Proprio in quanto sperimentale, la quota 100 sarà fruibile fino al 31 dicembre 2021, termine entro cui occorrerà maturare sia l’età e sia i contributi. Con quota 100 ritornano anche le «finestre»; la decorrenza della pensione, infatti, è stabilita alle seguenti decorrenze:
– dal 1° aprile per i lavoratori del settore privato, che hanno maturato quota 100 entro il 31 dicembre 2018;
– dopo una finestra di tre mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori del settore privato che maturano quota 100 dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2021;
– dal 1° agosto per i dipendenti pubblici che hanno maturato quota 100 alla data d’entrata in vigore del decreto legge;
– dopo una finestra di sei mesi dalla maturazione dei requisiti, per i dipendenti pubblici che matureranno quota 100 dopo l’entrata in vigore del decreto legge;
Infine, i lavoratori del comparto scuola potranno fare domande entro il 28 febbraio 2019 per andare in pensione con quota 100 a partire dall’anno scolastico 2019/2020.
Opzione donna. Si tratta di una misura a esclusivo favore delle lavoratrici sia del settore pubblico sia di quello privato, titolari di rapporto di lavoro dipendente o autonomo. La facoltà è esercitabile a una condizione: optare per il calcolo contributivo della pensione (di tutta la pensione). Il decreto approvato ieri proroga la misura a favore delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età inferiore a 58 anni se dipendenti e a 59 anni se autonome. Si applicano le vecchie finestre di 12 (dipendenti) e 18 (autonome) mesi.
Pensione anticipata. La cristallizzazione del requisito contributivo unico per la pensione anticipata sarà a termine, cioè per gli anni 2019/2026. Durante questi anni, le donne potranno andare in pensione con 41 anni e 10 mesi di contributi e gli uomini con 42 anni e 10 mesi. In entrambi i casi, si applica una finestra di tre mesi per l’accesso al riposo; chi abbia già maturato i nuovi requisiti tra il 1° gennaio 2019 e l’entrata in vigore del decreto legge potrà andare in pensione dal 1° aprile. La speranza di vita tornerà ad aggiornare il requisito a partire dall’anno 2027.
Lavoratori precoci. Sono i soggetti che hanno cominciato a lavorare in tenera età e hanno un anno di contributi al compimento di 19 anni. A loro, il decreto approvato ieri abroga gli incrementi della speranza di vita alla pensione anticipata del 1° gennaio 2019 (cinque mesi) e del 1° gennaio 2021; per cui il requisito unico contributivo resta fissato a 41 anni. In cambio, però, si applica la finestra di tre mesi per l’accesso alla pensione.
Ape sociale. Ha chiuso i battenti il 31 dicembre 2018. Il decreto approvato ieri la proroga per l’anno 2019 a favore di chi compia, in quest’anno, 63 anni e 5 mesi d’età se nei successivi 3 anni e 7 mesi matura il diritto alla pensione di vecchiaia.
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