di Anna Messia
Sace pesca di nuovo dalla concorrenza per rilanciare la sua compagnia di assicurazione a breve termine, Sace Bt. La prima mossa c’era stata lo scorso aprile, quando la società del gruppo Cdp guidata da Alessandro Decio aveva richiamato dalla tedesca Euler Hermes (primo operatore in Italia e nel mondo nel settore) Valerio Perinelli, affidandogli l’incarico di direttore generale di Sace Bt. Ora, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sta per concretizzarsi un altro inserimento di peso, un manager molto apprezzato dal mercato, che dovrà lavorare per far crescere il business: si tratta di Pietro Vargiu, strappato questa volta dalla francese Coface (secondo operatore in Italia), dove negli ultimi cinque anni ha ricoperto la carica di direttore commerciale in Coface Italia.
Ancora non è chiaro quale sarà il ruolo di Vargiu in Sace Bt visto che l’incarico dovrebbe essere definito nei prossimi giorni ma leggendo il suo curriculum appare scontato che si occuperà dello sviluppo del business e il suo inserimento servirà a rafforzare la squadra cui è affidato il compito di rilanciare Sace Bt. Una società che, costituita nel 2004, non ha avuto sempre uno sviluppo facile.
Quando lanciò la compagnia a breve termine l’obiettivo di Sace era quello di allargare il mercato italiano dell’assicurazione del credito, soprattutto in favore delle pmi, che allora vedeva solo tre operatori stranieri (Euler Hermes, Coface, Atradius) ma nessuno italiano. Nei primi anni la compagnia è cresciuta repentinamente, ma è stata interrotta dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008 e dalla successiva ricaduta del 2011 che ha generato inevitabilmente il fallimento di molte aziende in tutto in mondo e di conseguenza ha fatto lievitare i sinistri, che hanno colpito soprattutto le piccole e medie imprese.
Nel frattempo a dare qualche grattacapo in più alla società ci ha pensato anche la Corte di Giustizia Europea, che ha considerato come aiuto di Stato quei 70 milioni versati nel 2009 da Sace a Sace Bt proprio per offrire munizioni alla controllata per fare fronte ai sinistri.
Allora la società era però interamente controllata dallo Stato italiano e secondo Bruxelles si era trattato di un intervento anticoncorrenziale. Nel frattempo Sace, passata sotto il controllo di Cdp, spa fuori dal bilancio pubblico, ha rimesso però le cose in ordine. Già nel 2015, come contromossa per la decisione della commissione europea, Sace Bt aveva del resto restituito i 70 milioni a Sace aveva pure realizzato un aumento di capitale di 48,5 milioni (questa volta tutto regolare) affiancato dall’emissione di un prestito subordinato di 14,5 milioni.
Dal punto di vista patrimoniale è stato quindi tutto sistemato è oggi la società, con un Solvency II del 152% non ha bisogno di nuove ricapitalizzazioni e dopo lo stop della crisi anche i riassicuratori sono tornati a lavorare con Sace Bt in maniera crescente, visti i livelli positivi di Roe (8,7% nel 2016), Loss Ratio (39%) e Combined Ratio (76%) in particolar modo. Risistemata la società ora è quindi il momento di puntare alla crescita visto che il piano industriale cui sta lavorando Perinelli prevede una crescita dei premi a due cifre nei prossimi 4 anni, rosicchiando anche quote di mercato ai competitor esteri che finora hanno dominato il mercato italiano. (riproduzione riservata)
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