di Paola Valentini
Si chiude in bellezza il 2017 per il risparmio gestito italiano. La raccolta netta di dicembre è stata di 2,3 miliardi di euro, un risultato che ha permesso all’industria di raggiungere nell’anno quasi 100 miliardi. In base alla mappa mensile di Assogestioni nell’anno appena trascorso i flussi si sono attestati a 97,5 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 56 miliardi del 2016. Ma all’appello mancano alcuni gruppi esteri che comunicano i dati ogni tre mesi, dati che saranno inseriti nella mappa trimestrale di fine 2017 che sarà pubblicata nelle prossime settimane, dunque quello dei 100 miliardi appare un traguardo che potrebbe essere facilmente superato.
Decisivo il contributo dei fondi aperti, che hanno attirato 76,7 miliardi (di cui 5,3 miliardi a dicembre), più del doppio rispetto ai 34 miliardi del 2016, con i fondi esteri che continuano a dominare (61 miliardi) mentre i prodotti italiani hanno ottenuto 15,7 miliardi. Meno brillante la raccolta delle gestioni di portafoglio, che hanno archiviato i 12 mesi con 19,4 miliardi (3,9 miliardi nelle gestioni retail che però a dicembre hanno registrato un rosso di 64 milioni e 15,5 miliardi in quelle istituzionali anche queste in negativo nell’ultimo mese, -3,2 miliardi).
Effetto raccolta e performance dei mercati hanno spinto il patrimonio totale dell’industria italiana dell’asset management al nuovo massimo storico di 2.085 miliardi, 140 miliardi in più rispetto a fine 2016. Di questi, 1.064 miliardi fanno riferimento alle gestioni collettive (fondi aperti 1.013 miliardi e fondi chiusi 51 miliardi) e 1.021 alle gestioni istituzionali.
Per quanto riguarda le singole categorie di fondi aperti più collocate del 2017, al primo posto spiccano gli obbligazionari con 29,5 miliardi (2,8 miliardi a dicembre), seguiti dai flessibili con 21,9 miliardi (di cui 2 miliardi a dicembre) e dai bilanciati (17,7 miliardi con una raccolta di 1 miliardo nell’ultimo mese del 2017).
Meno vivace la raccolta degli azionari, che nell’anno si è fermata a 8,2 miliardi ed è risultata leggermente negativa a dicembre (-102 milioni). Segno meno per i monetari, che per via dei tassi ai minimi hanno sempre più difficoltà a produrre rendimenti in grado di compensare le commissioni. Il loro saldo ha segnato -348 milioni nei 12 mesi e -401 milioni a dicembre, il mese peggiore.
Sul fronte della classifica della raccolta a dicembre per singole società di gestione al primo posto spicca sempre il gruppo Intesa Sanpaolo con flussi per 1,36 miliardi (oltre 1 miliardo di Eurizon Capital) e 347 milioni di Fideuram. Segue Amundi con 1,025 miliardi e Jp Morgan Asset Management con 739 milioni. Quest’ultimo tra l’altro si conferma il primo gruppo estero per patrimonio gestito in fondi aperti in Italia con masse a fine dicembre di 33,8 miliardi.
Tra i big in rosso, invece, il gruppo Generali (-444 milioni), Anima (-319 milioni), Ubi (-172,9 milioni) e Arca (-1,046 miliardi). La compagnia triestina ha segnalato che il risultato di raccolta registrato a dicembre è dovuto principalmente a operazioni infragruppo.
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