di Carlo Giuro
I fondi pensione costituiscono sempre più il fondamentale sostegno prospettico per il tenore di vita futuro delle giovani generazioni ma anche dei lavoratori di mezza età. Ma quali sono le tendenze di investimento in uno scenario prolungato di bassi di interesse? Le mette in luce una ricerca internazionale pubblicata da Amundi in collaborazione con Create Research. Quattro sono i potenziali cambiamenti nell’economia globale (il passaggio dal globalismo al populismo, dalla politica monetaria alla politica fiscale, dalla deflazione all’inflazione e dall’eccessiva regolamentazione alla deregolamentazione) che potrebbero influenzare gli approcci di asset allocation dei fondi pensione europei. Secondo lo studio, un approccio back-to-basics dominerà l’asset allocation in futuro. Per combattere l’impatto dei picchi di volatilità, i fondi pensione mireranno a costruire portafogli che siano resilienti ai rischi di coda, a capitalizzare nei momenti di stress di mercato e a utilizzare un metodo di selezione titoli bottom-up per aggiungere valore.
Tale modello favorirà due asset class: azioni e investimenti alternativi. Inoltre, è probabile che i fondi pensione prolunghino i periodi di detenzione per concedere più tempo ai premi al rischio di materializzarsi. L’importante è rimanere investiti in asset di qualità, in modo da ottenere di più perdendo di meno. Per quanto riguarda l’aumento degli investimenti a lungo termine, il 61% degli intervistati nell’ambito dello studio prevede di aumentare le proprie posizioni verso il tema Esg (investimenti socialmente responsabili). I portafogli Esg fanno ormai parte di una nuova narrativa: i rendimenti sostenibili a lungo termine richiedono un’economia e una società sostenibili. Ciò che conta non sono solo i rendimenti di oggi o di domani, ma anche quelli dei prossimi 25 anni, quando tutte le passività arriveranno a scadenza. Per quanto riguarda l’Italia «i fondi pensione del Paese, anche alla luce delle novità normative degli ultimi due anni, hanno incrementato le classi di attività, dimostrandosi pronti nel cogliere nuove opportunità. Gli investimenti effettuati non si sono limitati alle classi liquide quali mercati emergenti o debito subordinato, ma sono stati effettuati anche i primi esperimenti in fondi alternativi quali private debt, private equity o real estate. Crediamo che questo trend si rafforzerà. Ad ogni modo le gestioni multi-asset rappresentano sempre la soluzione preferita, sia nella modalità bilanciata tradizionale, che flessibile», spiega Francesca Ciceri, head of institutional clients di Amundi.
Con riferimento all’adozione dei criteri Esg i fondi pensione italiani sono sensibili al tema ed alcuni di essi hanno iniziato a selezionare i gestori anche valutando il loro processo d’investimento in tale ottica. «Siamo convinti», prosegue Ciceri, «che questa possa essere anche in Italia, come già in Europa, una tendenza per i fondi pensione, anche perché si sposa molto bene con il loro orizzonte d’investimento di lungo periodo. Quali sono le strategie di Amundi in questa direzione in Italia? «Tra le diverse soluzioni a disposizione dei nostri clienti spiccano: il fondo Cbus, che finanzia un’eccellenza italiana come le aziende che producono prosciutti e formaggi, ma anche i Pir ed il fondo Nexus 1 che investe nel mercato immobiliare italiano», conclude Ciceri. (riproduzione riservata)
Fonte: