di Anna Messia
I riassicuratori francesi di Scor entrano nel capitale di Cattolica Assicurazioni con una quota di poco meno del 2%. Un’operazione chiusa nei giorni scorsi che porta un altro azionista stabile nel capitale della compagnia assicurativa di Verona, che si aggiunge alla Popolare di Vicenza con il 15,07% e al fondo norvegese Norges Bank che, sempre nei giorni scorsi, ha limato invece la sua partecipazione dal 3% al 2,98%, scomparendo dai radar di Consob. «Cattolica è cliente di Scor da lunghissima data, basti pensare che i primi rapporti d’affari fra i nostri due gruppi risalgono al 1945. Giudichiamo Cattolica un gruppo solido, con una strategia fondata su sane basi tecniche», ha commentato a MF-Milano Finanza Umberto Gavazzi, chief underwriting officer treaty di Scor, motivando l’operazione. «A nostro avviso Cattolica fa parte degli attori del mercato assicurativo italiano che per dimensioni, organizzazione e orientamento strategico potranno attraversare al meglio l’attuale fase di incertezza dei mercati finanziari e di stagnazione della crescita, sia economica sia assicurativa», ha aggiunto Gavazzi, che considera «l’acquisizione di una partecipazione azionaria in Cattolica un investimento interessante e un logico sviluppo della già importante relazione tra le due società».
Scor, riassicuratore leader in Francia noto tra le altre cose per aver rilevato nel 2013 le attività di riassicurazione negli Stati Uniti di Generali assicurazioni , ha raggiunto una posizione di primo piano nel mercato italiano, in cui ha iniziato a operare addirittura nel 1912. Oggi la sua quota in Italia, fra Danni e Vita, è superiore al 10%. «Siamo attivi praticamente in tutti i settori dell’attività riassicurativa e operiamo dai nostri uffici di Milano con un team di professionisti in grado di interloquire con la clientela italiana nella maggior parte dei settori di attività, o di assicurare un efficace interfaccia con i team di specialisti dislocati nei vari hub del gruppo», aggiunge Gavazzi, che si dice ottimista anche sulla crescita del mercato assicurativo italiano. «Al di là dell’interesse economico della nostra attuale attività italiana, riteniamo che il mercato abbia anche un buon potenziale di ulteriore sviluppo per ora in gran parte inespresso», afferma, «basti pensare alle molte aree di insufficiente penetrazione assicurativa, prima fra tutte quella della copertura dei danni da calamità naturali come è stato recentemente messo in luce dagli eventi sismici nel centro Italia».
Tornando a Cattolica, l’ingresso di Scor potrebbe rivelarsi utile anche per stabilizzare l’azionariato della società in conseguenza dell’eventuale dismissione da parte della Popolare di Vicenza. L’annuncio di Cattolica, lo scorso agosto, di voler chiudere la joint venture con la banca vicentina ha avuto infatti come conseguenza anche quella di liberare Vicenza, controllata dal fondo Atlante, dal lock up sul 15% delle azioni della compagnia. Dismissione che oggi non appare una priorità, visto che anzi la banca e la compagnia stanno lavorando per ricucire i rapporti. In ogni caso gli accordi prevedono che la vendita, anche ai blocchi, non dovrà provocare impatti negativi sulla quotazione delle azioni di Verona. Ma l’ingresso di Scor dimostra che l’interesse del mercato per Cattolica non manca. Ieri la compagnia ha tra l’altro riunito il cda registrando le dimissioni di un personaggio storico per la società, l’avvocato Paolo Baraggia, e l’ingresso di Chiara De Stefani, che già siede nel cda di Lombarda Vita, e di Nino Chemello, vicepresidente di Bcc Vita. «Con la sua competenza, la sua passione e la sua dirittura morale, Baraggia è stato un protagonista assoluto nel percorso che ha portato negli anni Cattolica a divenire uno dei principali gruppi assicurativi italiani», ha commentato il presidente di Cattolica, Paolo Bedoni, «desidero ringraziarlo di cuore», ha aggiunto, «con la consapevolezza di averlo ancora accanto in altri importanti ruoli all’interno del gruppo». (riproduzione riservata)
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