Otto super ricchi possiedono la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari, 402,2 mld di euro) di metà della popolazione più povera del pianeta, vale a dire 3,6 miliardi di persone. È quanto risulta dal nuovo rapporto dell’Ong britannica Oxfam «Un’economia per il 99%», diffuso ieri alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, che analizza quanto la forbice tra ricchi e poveri si stia estremizzando.

I dati dicono che multinazionali e super ricchi continuano ad alimentare la disuguaglianza, facendo ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica. È necessario un profondo ripensamento, secondo Oxfam, dell’attuale sistema economico.

Nella classifica 2016 della rivista americana Forbes, Bill Gates per il terzo anno consecutivo è confermato uomo più ricco del mondo. Seguono, Mr. Zara, Amancio Ortega, il re delle tlc, Carlos Slim, il guru della finanza Warren Buffett, Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, Jeff Bezos, il fondatore di Amazon.

Il rapporto di Oxfam sostiene che i mega paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così spaventosamente veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Per avere un’idea del significato, la parola non è ancora nei vocabolari, bisogna pensare che per consumare un trilione di dollari è necessario spendere 1 milione di dollari al giorno per 2.738 anni.

Da più parti analisti e commentatori hanno rilevato che una delle cause della vittoria di Donald Trump in Usa, o della Brexit, sia proprio il crescente divario tra ricchi e poveri. Sette persone su dieci vivono in paesi dove la disuguaglianza è cresciuta negli ultimi 30 anni: tra il 1988 e il 2011 il reddito medio del 10% più povero è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari l’anno, mentre quello dell’1% più ricco di 11.800 dollari, vale a dire 182 volte tanto. In questo quadro, le donne sono particolarmente svantaggiate perché trovano prevalentemente lavoro in settori con salari più bassi e hanno sulle spalle la gran parte del lavoro domestico e di cura non retribuito.

In Italia, nel 2016 la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana. Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. E come rilevato da una recente indagine demoscopica di Demopolis per Oxfam Italia sono proprio reddito e ricchezza a rappresentare le due dimensioni in cui i cittadini italiani percepiscono oggi le disuguaglianze più pronunciate.

Il rapporto rivela anche come le grandi corporation e i super ricchi alimentino la crisi attraverso l’elusione fiscale, la riduzione dei salari e dei prezzi pagati ai produttori, i mancati investimenti industriali, onde massimizzare i profitti degli azionisti. In Vietnam, per esempio, Oxfam ha raccolto testimonianze di donne impiegate in fabbriche di abbigliamento che lavorano 12 ore al giorno per 6 giorni a settimana e lottano per vivere con una paga di 1 dollaro l’ora. In questi luoghi si producono abiti per alcune delle più grandi marche della moda, i cui ad sono tra i più pagati al mondo.

È chiaro dal rapporto come, al contrario di un normale risparmiatore, i super ricchi facciano ricorso a una fitta rete di paradisi fiscali per evitare di pagare la loro giusta quota di tasse, oltre che a un esercito ben pagato di società di gestione del patrimonio per trarre il massimo profitto dagli investimenti fatti.

Inoltre, è leggenda metropolitana che i miliardari si siano fatti tutti da sé: Oxfam ha calcolato che un terzo della ricchezza dei miliardari è dovuta a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari. A chiudere il cerchio c’è l’uso di denaro e relazioni da parte dei ricchissimi per influenzare le decisioni politiche a loro favore. Oxfam chiede anche alle élites economiche presenti a Davos di essere motore trainante di un’economia umana. Il tema della 47° edizione del Forum economico mondiale è proprio la leadership responsabile. Un primo passo, per Oxfam, può essere allora quello di assicurarsi che i super ricchi paghino la loro giusta quota di tasse e garantiscano salari dignitosi ai propri dipendenti.
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