Per il 45% dei quasi 3 mila partecipanti all’Asian Financial Forum è Donald Trump il più grande rischio globale nel 2017. Al secondo posto, con solo il 19%, i rischi geopolitici. La decima edizione dell’Aff è partita ieri a Hong Kong. Dieci anni fa, quando il forum aveva debuttato, la situazione era molto diversa, la crisi stava per iniziare e veniva emesso a Hong Kong il primo bond in renminbi, destinato al mercato internazionale. Il 20% dei partecipanti, cui è stata chiesta una opinione sulle prospettive economiche quest’anno, si è detto ottimista – in linea con il 2016 – il 46% neutrale e il 31% pessimista.
«Il mondo è cambiato», ha detto Vincent Lo, presidente dell’Hong Kong Trade Development Council, «e la sfida sta nell’integrazione tra Asia, Medio Oriente ed Europa: un’opportunità costellata anche da tanti rischi, a partire da quello geopolitico al cyberterrorismo». «Hong Kong ha ancora molto da fare», afferma l’amministratore delegato della regione amministrativa speciale C Y Leung, «e il nostro obiettivo è diventare il centro dei servizi finanziari del più importante progetto asiatico dei prossimi dieci anni: One Belt One Road».
La città del resto già oggi gestisce oltre il 30% dei pagamenti globali in renminbi e lo Shenzhen – Hong Kong Connect, che ha debuttato il mese scorso, è solo l’ultimo esempio di come la regione spinga sul suo ruolo di ponte con la Cina per raggiungere i mercati globali. L’Asia ha ormai definitivamente cambiato le dinamiche dell’economia globale, e conta per il 60% della crescita mondiale. One Belt One Road, l’enorme progetto del governo cinese, tocca 60 economie in Asia, Africa, Europa e Medio Oriente e Pechino punta a rafforzare la connettività con le altre regioni, condividendo – così dice – la prosperità che arriva dai consumi asiatici.
In questa cornice gli sviluppi sul fronte dell’e-commerce e le opportunità per una applicazione più ampia delle tecnologie finanziarie, possono giocare una partita importante. «Per noi è la luce alla fine del tunnel», ha detto il viceministro dell’Economia dell’Iran Mohammad Khazaee, «stiamo intraprendendo le riforme che ci porteranno a una crescita del pil dell’8% e One Belt One Road è per noi una grande opportunità».
L’Asian Financial Forum è stata anche l’occasione per la Gran Bretagna di rassicurare i Paesi asiatici. «Le nostre banche sono ben capitalizzate e siamo ben equipaggiati ad affrontare un’eventuale crisi», ha dichiarato il segretario del Tesoro britannico, Simon Kirby, «e di certo non voltiamo le spalle alle nostre importanti relazioni internazionali, dato che siamo il Paese con più esperienza in quanto da sempre centro finanziario globale». (riproduzione riservata)
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