di Antonio Lusardi
Non si fermano le voci attorno al possibile risiko tra le ex-banche popolari.Al centro delle speculazioni e delle indiscrezioni c’è sempre Bper . L’istituto guidato da Alessandro Vandelli terrà domani un cda straordinario che dovrebbe servire per accelerare i tempi sull’acquisizione di CariFerrara, l’unica good bank rimasta senza compratore. La trattativa è in fase avanzata e dovrebbe concludersi con un’offerta simile a quella fatta da Ubi per le altre tre good bank, ovvero una cifra simbolica di un euro. Non sarebbe comunque attesa un’offerta prima della prossima settimana. In vista dell’acquisizione da parte di Bper , proseguono nel frattempo i colloqui tra i vertici di Carife e i sindacati, sul piano esuberi da 350 uscite.
Le aggregazioni attorno alla ex-popolare emiliana però potrebbero non fermarsi a Carife. Continuano infatti le indiscrezioni su un accordo con il Credito Valtellinese , che solo la scorsa settimana ha assunto Mediobanca come advisor strategico proprio per future trattative.
Le ipotesi di m&a hanno spinto il Creval a Piazza Affari, che ha archiviato la seduta di ieri con un rialzo del 5,3% a 0,504 euro per azione. Bper è vista come la sposa più papabile ma secondo il mercato anche una fusione a tre con UnipolBanca è vista come una soluzione possibile. L’intesa a tre creerebbe un gruppo da oltre 100 miliardi di attivi. «Il deal potrebbe configurarsi con una fusione tout-court tra Creval e Bper , con successivo conferimento di UnipolBanca a valutazione contenuta», commenta no gli analisti di Equita Sim. «Unipol potrebbe poi sottoscrivere un aumento di capitale riservato della nuova combined entity in modo da favorire la stabilizzazione della governance e accelerare il derisking». In base ai calcoli di Equita, il futuro gruppo Bper -Unipol -Creval avrebbe un ratio lordo di Npl del 26%, con un Cet1 del 12,6%. «Ipotizzando un target di Npl del 16%, il nuovo gruppo dovrebbe cedere 8 miliardi di npl, con un possibile impatto negativo di 1,4 miliardi sul Cet1, se i crediti fossero ceduti al 25% del nominale», proseguono gli analisti di Equita, «Con un target Cet del 12% ci sarebbe la necessità di un aumento di capitale da 939 milioni». (riproduzione riservata)
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