Secondo i risultati dell’indagine Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM) di Willis Towers Watson, relativi all’ultimo trimestre dell’anno, gli acquirer dei deal conclusi nel 2015 hanno sovraperformato lo scorso anno il loro indice di 10,1 punti percentuali. Inoltre, il numero di deal conclusi rispondenti ai requisiti richiesti dall’indagine, ha raggiunto il massimo storico di 1.041, con un record di 307 nel quarto trimestre, il dato più altro di ogni singolo trimestre dal 2008, anno in cui l’indagine è stata realizzata per la prima volta.
L’indagine, realizzata in collaborazione con la Cass Business School, mostra che i mega deal (oltre $ 10 miliardi) completati sono stati 22 (5 solo nel 4° trimestre), il totale annuo più alto da quando la ricerca è iniziata.
Andrea Scaffidi, Senior Consultant di Willis Towers Watson Italia, afferma: “Il 2015 è stato un anno incredibile. Abbiamo visto chiudersi un numero eccezionale di deal di grandi dimensioni; inoltre il mercato M&A ha dimostrato una forza notevole superando per la prima volta il numero di 1.000 deal conclusi in un anno. Il 2015 non è però stato solo un anno caratterizzato da un elevata attività; gli acquirer hanno infatti continuato a realizzare valore e l’indagine mostra 12 mesi consecutivi di sovraperformance”.
Secondo l’indagine, nel 2015 la sovraperformance di offerte intersettoriali (23.8% sopra l’indice) è più che raddoppiata rispetto a quella del precedente esercizio (10.1%). Nel 2015 anche la sovraperformance di offerte cross-border e intraregionali è aumentata notevolmente a 6.0% e 6.2% rispetto al 2014 (erano 3.3% e 3.4%)
“La sovraperformance dei deal intersettoriali a cui stiamo assistendo è fenomenale. Un esame più approfondito mostra che gli acquirer stanno cercando di crescere attraverso operazioni di trasformazione dei core business, e nel farlo sono ricompensati dal mercato. La significativa sovraperformance dei dealmakers è un segno che gli investitori hanno fiducia nella capacità degli acquirer “di integrare modelli di business diversi per realizzare una crescita a più lungo termine”, ha commentato Scaffidi.
La ricerca, inoltre, evidenzia che nel 2015, in tutti i settori gli acquirer hanno sovraperformato i loro 3 indici con Materials (25%), Industriali (18%), Alta tecnologia (14%) e Sanità (9%) ben al di sopra del 2014 rispettivamente di 6%, 8%, 9% e 7%. Dal punto di vista regionale, il Nord America continua a registrare il più alto numero di deal conclusi (448), seguito da Asia-Pacifico (342) ed Europa (180); 31 le operazioni completate nel resto del mondo.
“Anche se il 2015 è stato un anno molto positivo, ci sono ancora spazi di guadagno dal mercato M&A. L’Asia ha fatto molto bene lo scorso anno e ha quasi colmato il gap con il Nord America. Un po’ a sorpresa, considerata la situazione economica, chi ha concluso deal in Europa è riuscito a ottenere rendimenti interessanti”, ha continuato.
Instabilità politica ed economica saranno temi dominanti il mercato M&A. Una serie di eventi quali ulteriori rialzi dei tassi americani, le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, una potenziale uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, l’incertezza politica europea e la volatilità del mercato cinese potrebbero tutte insieme avere un impatto notevole. Qualsiasi combinazione di questi eventi potrebbe creare cambiamenti; favorire o deprimere l’attività di M&A dipenderà dall’eventuale coincidenza di questi.
Continueranno i mega-deals, ma potrebbero mascherare un graduale rallentamento dell’attività
L’attività M&A del settore farmaceutico dovrebbe continuare senza sosta e i mega deal potrebbero continuare a caratterizzare il settore. Mentre il volume dei deal in termini monetari rimarrà alto nel corso dell’anno, sarà interessante vedere se ci sarà un calo nel numero di operazioni minori; potrebbe, infatti, essere un indicatore importante che stiamo raggiungendo il picco del ciclo dell’M&A.
Le offerte intersettoriali continueranno a crescere
I deal intersettoriali e di “trasformazione” sono stati a lungo considerati i più difficili da completare e quelli che più difficilmente potevano creare valore date le complicazioni di integrare diversi modelli di business e diverse culture organizzative. Il 2015 ha visto un numero record di questo tipo di operazioni. Possiamo anticipare che questa tendenza continuerà nel 2016.
I bassi prezzi delle materie prime continueranno a creare opportunità nel settore estrattivo e oil&gas
Il prezzo delle materie prime rimarra basso, e il settore delle estrazioni di petrolio e gas andrà incontro a una razionalizzazione e creerà nuove opportunità. Nonostante le turbolenze, nel corso del 2015 gli acquirer hanno sovraperformato gli indici di riferimento e ci aspettiamo una crescita dei deal intersettoriali con i player di maggiori dimensioni che cercheranno di approfittare di tutte le opportunità che dovessero presentarsi.
“Per le attività M&A il 2016 sarà un anno entusiasmante, ricco di opportunità. Tuttavia è giusto considerare i rischi di questo tipo di attività: i profitti possono sicuramente essere significativi, ma è importante ricordare che questi pagano nel lungo periodo e che la chiave per realizzarli è un’attenta pianificazione ed esecuzione dei processi di integrazione. La forte sovraperformance degli acquirer evidenziata nel nostro studio è un segno che gli investitori credono che i deal possano essere implementati con il successo delle transazioni. Tuttavia, man mano che i deal diventano più grandi e sempre più intersettoriali e globali, la sfida dell’implementazione, che è il vero motore del successo del deal, diventerà sempre più difficile”, ha concluso Scaffidi.