di Beatrice Migliorini 

Pensioni più ricche per i periti industriali. Per gli iscritti all’Eppi, l’ente di previdenza della categoria, il futuro pensionistico avrà la possibilità di essere migliore delle aspettative. Relativamente agli anni 2012-2013, infatti, il ministero del lavoro e delle politiche sociali ha dato il via libera alla possibilità di destinare il contributo integrativo ai montanti previdenziali degli iscritti.

Ad annunciarlo, tramite una nota diffusa ieri, lo stesso ente di previdenza guidato da Valerio Bignami. Nel dettaglio, il provvedimento consente di destinare il contributo a carico del cliente del libero professionista (che per la categoria è fissato nella misura del 5% rispetto all’importo netto della fattura) al montante previdenziale. Così facendo, gli attuali professionisti, futuri pensionati avranno la possibilità di vedere incrementato il reddito pensionistico. «Una decisione», si legge nella nota diffusa dall’ente, «che l’Eppi sta portando avanti anche con la difficile decisione assunta nel 2011 di portare l’aliquota contributiva soggettiva, tramite aumenti di un punto percentuale l’anno, dal 10% del 2011 al 18 % del 2019».

La decisione del ministero del lavoro, però, non è arrivata a sorpresa. L’autorizzazione a procedere in questo senso, infatti, non ha carattere permanente ma è frutto di una valutazione effettuata anno per anno sulla gestione della Cassa. E, solo in caso di continui riscontri positivi potrà essere oggetto di rinnovamento. «Il sistema contributivo fino ad ora era sostenibile solo sotto un profilo ragionieristico: i conti tornavano ma sembravamo condannati ad offrire pensioni troppo basse. Oggi», ha spiegato il presidente Valerio Bignami, «dopo il via libera del ministero possiamo dire che il sistema sta iniziando ad essere sostenibile anche sul piano dell’equità nel confronti degli iscritti. Il provvedimento, infatti, premia la buona gestione dell’ente e consente un’allocazione delle risorse derivanti dalla riduzione dei costi». Pensioni, quindi, non più solo legate al Pil. «Dal 13 gennaio ci è stata data la possibilità di usufruire di questo nuovo strumento», ha concluso Bignami, «e dipende solo dalle nostre capacità di amministrare la possibilità di continuare a usarlo».

Non è un caso, quindi, che le priorità per il 2016 dell’ente che vanta 14 mila iscritti e un patrimonio complessivo che sfiora il miliardo di euro siano più che definite. E due saranno i fronti da seguire: quello previdenziale e quello assistenziale. Sul piano previdenziale la priorità sarà quella di intervenire anche sulla rivalutazione dei montanti previdenziali. «È all’esame dei ministeri vigilanti», si legge nella nota, «la delibera con la quale il cda dell’ente ha chiesto di poter rivalutare i montanti al 31 dicembre 2012 applicando il tasso dell’1,2482%, contro quello di legge di appena lo 0,1643%». Per quanto riguarda, invece m, l’aspetto assistenziale l’Eppi ha scelto di destinare, per il 2016, 6.154.000 di euro (oltre 400 euro per iscritto) allo sviluppo delle attività di sostegno agli iscritti . «Lo stanziamento per il 2016», conclude la nota, «verrà allocato venendo incontro soprattutto alla richiesta di polizze assicurative per rischi sanitario e di sostegno economico alla famiglie».