Per i professionisti del settore sanitario non più solo reparti e pazienti. Spazio a procedure di controllo e all’elaborazione di buone pratiche all’interno delle strutture per limitare il fenomeno della medicina difensiva. E se da un lato non si tratterà di vere e proprie nuove opportunità di lavoro se non per pochi, dall’altro lato questi settori potranno essere delle valvole di sfogo per la riqualificazione professionale. «L’introduzione dell’obbligatorietà di un professionista del rischio sanitario all’interno delle strutture non significherà, se non in minima parte, un aumento delle opportunità di lavoro né per i ragazzi appena usciti dalle scuole di specializzazione né per coloro che già operano in modo precario in altri settori», ha spiegato a IoLavoro Luigi Conte, segretario nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, «la gran parte delle strutture sanitarie, infatti, soprattutto nel Nord Italia, si è già munita di queste figure professionali al momento presenti nelle varie direzioni sanitarie e nei casi in cui, invece, tali figure non siano presenti saranno sicuramente reperibili all’interno del personale presente nella struttura».
Ed è proprio per questi soggetti che potranno essere delineati nuovi percorsi professionali. «È fondamentale che i professionisti che saranno chiamati ad occuparsi del rischio sanitario elaborino delle strategie per porre un freno alla così detta medicina difensiva sia attiva, sia passiva. Tale soggetti, quindi», ha sottolineato Conte, «saranno necessariamente chiamati ad acquisire delle competenze trasversali che non riguarderanno più solo ed esclusivamente il loro settore di specializzazione. Al netto, però, delle considerazioni strettamente professionali», ha concluso il segretario nazionale, «con Federazione non possiamo che ritenerci soddisfatti dell’introduzione dell’obbligatorietà di queste figure professionali. È importante, infatti, che sul fronte della sicurezza le strutture sanitarie siano in grado di offrire i maggiori livelli di sicurezza possibili».