I subagenti non sono dipendenti di agenzia. E’ questa la vittoria ottenuta da Anapa Rete ImpresAgenzia grazie al ricorso amministrativo del prof. Avv. Alberto Pizzoferrato, ordinario di Diritto del Lavoro dell’Università di Bologna, consulente di ANAPA, a seguito dell’ispezione avvenuta lo scorso 2 aprile da parte di un “Ispettorato del Lavoro” che aveva contestato e sanzionato salatamente un’agenzia il rapporto di lavoro in atto con il proprio subagente.
“La delibera, rappresenta una vittoria per tutta la categoria e non solo per l’agenzia coinvolta, in quanto conferma che nel rapporto con il subagente anche in condizione di mono-mandato e in esclusiva l’attività rientra in quella di “lavoratore autonomo” e non può essere inquadrato invece come subordinato” ha dichiarato Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa – Rete ImpresAgenzia.
In particolare il ricorso amministrativo metteva in evidenza che il subagente avrebbe sempre svolto la propria attività in autonomia, contattando ed incontrando direttamente e personalmente i clienti secondo gli orari e le modalità ritenute più opportune da lui stesso, citando giurisprudenza costante, secondo la quale “rientrano tra i caratteri propri del rapporto di subagenzia assicurativa e non determinano la configurabilità di un rapporto di lavoro subordinato a) l’orario di lavoro modellato su quello dell’agenzia b) il controllo esercitato dall’agente c) le istruzioni e le incentivazioni impartite dall’agente” (Pretura Viareggio 16/01/1980). Inoltre, le provvigioni di acquisto e incasso sarebbero state corrisposte sulla base di percentuali variabili in relazione al fatturato effettivamente prodotto.
La Direzione Interregionale del lavoro di Milano ha accolto il ricorso presentato. Nello specifico la delibera del Comitato Interregionale per i rapporti di lavoro di Milano evidenzia che la normativa vigente esclude dalla presunzione di lavoro subordinato quelle prestazioni autonome, anche mono-committenti e con postazione fissa, a condizione che siano effettuate da professionisti iscritti ad un ordine, albo o elenco tenuto o controllato da un’amministrazione pubblica e per la relativa iscrizione sia necessario un esame di Stato, oppure una valutazione di titoli).
“Riteniamo che questo sia un grande successo, non solo per i nostri due associati direttamente coinvolti, che sono rimasti alquanto soddisfatti, ma per l’intera categoria, che altrimenti vedeva minato l’intero sistema commerciale sul quale, da sempre, si basano le agenzie di assicurazioni” conclude Cirasola.