Roberto Nicastro, il presidente delle quattro banche risanate, non ha mai fatto mistero dei contatti in corso e non c’è dubbio che in queste settimane il dossier stia arrivando su molte scrivanie. Ad esempio sembra che Banca Marche e la più piccola Cassa di risparmio di Ferrara (Carife) siano oggetto di attenzioni nella galassia Unipol . Non tanto tra il top management, che non avrebbe ancora affrontato apertamente il tema, quanto fra i grandi stakeholder del gruppo finanziario bolognese. Ferrara e Jesi, si fa notare, non sono poi molto lontane dal quartier generale di via Stalingrado e soprattutto costituiscono un’asse di espansione ideale verso l’Adriatico. Senza contare che già da qualche tempo Unipol è alla ricerca di nuovi assetti per le attività nel comparto del credito. Lo ha confermato l’amministratore delegato Carlo Cimbri, candidandosi di fatto all’imminente risiko bancario. Se insomma la volontà di crescere per linee esterne c’è, resta da capire che se oggi Banca Marche o Carife siano i target ideali. A favore dei due istituti giocano senza dubbio la buona qualità degli attivi (completamente ripuliti dalle sofferenze grazie alla bad bank), la solidità patrimoniale e la collocazione geografica in continuità con le direttrici di espansione di Unipol . Senza dubbio però l’acquisizione di una banca di medie dimensioni accrescerebbe il peso del credito nel perimetro del gruppo bolognese in un momento di forte criticità per il settore bancario. Pro e contro insomma in un confronto che potrebbe presto entrare nel vivo.