Aumentano le opportunità professionali per i laureati in medicina. E questa volta le porte sono state aperte dalla legge 208/2015 (legge di Stabilità per il 2016) che, attraverso il comma 238, ha contribuito a delineare una specifica figura professionale pronta a prendere piede nelle strutture sanitarie. Siano, infatti, esse di natura privata o pubblica non potranno venire meno all’obbligo di dotarsi di un professionista che si occupi del monitoraggio, della prevenzione e della gestione del rischio sanitario (risk management). Attività divenuta ora mai prioritaria per tutto il Servizio sanitario nazionale in un’ottica di contenimento dei costi e tutela del paziente. Un compito quindi che, pur dovendo essere necessariamente affidato a personale sanitario, richiederà sia specifiche competenze tecniche, sia doti di coordinamento e che, salvo casi di comprovata esperienza nel settore, potrà essere svolto solo da specialisti in epidemiologia, igiene e sanità pubblica, almeno per il momento. Il ddl sulla responsabilità professionale in campo sanitario, infatti, è ancora al vaglio della Camera e, all’interno del testo, potrebbe essere inserita una disposizione sull’ampliamento della platea dei soggetti chiamati a ricoprire il ruolo di professionisti del rischio. Una figura, quella che andrà a delinearsi nel prossimo futuro che, comunque, sarà impegnata nella diffusione della cultura della prevenzione degli errori all’interno delle strutture sanitarie e che per raggiungere gli obiettivi stabiliti dovrà avvalersi, soprattutto per strutture più ampie, della collaborazione di colleghi altrettanto preparati sul tema con i quali sarà chiamata a condividere le informazioni che di volta in volta emergeranno. Entrando nel dettaglio, infatti, il professionista sarà chiamato a svolgere molteplici mansioni, tra le quali, una delle principali sarà quella di attivare percorsi di audit finalizzati allo studio sia dei processi interni sia delle criticità più frequenti anche attraverso meccanismi di segnalazione anonima degli errori. Sarà, inoltre, necessario elaborare dei meccanismi di analisi finalizzati alla messa in sicurezza dei percorsi sanitari. In secondo luogo, poi, compito del professionista sarà quello elaborare delle strategie di rilevazione del rischio di inappropriatezza nei percorsi diagnostici e terapeutici volti anche a facilitare l’emersione di eventuali attività di medicina difensiva sia attiva sia passiva. Prevista, inoltre, la predisposizione e l’attuazione di attività di sensibilizzazione e formazione continua del personale sanitario alla prevenzione del rischio sanitario. Se però la legge di stabilità 2016 da un lato pone l’obbligatorietà di queste figure all’interno delle strutture dall’altro lato nulla dice in merito alle modalità di individuazione delle risorse umane. Spazio, quindi, anche a figure esterne, per tutte quelle strutture che non potranno reperire un professionista di tal genere all’interno del loro organico. Ma non è tutto. Il professionista in questione dovrà necessariamente relazionarsi con gli uffici legali delle strutture sanitarie con particolare riferimento non solo ai casi di contenzioso, ma anche nelle attività di stipulazione di coperture assicurative. Ed è proprio in questa ottica che le misure contenute nel comma 238 e seguenti si apprestano non solo ad aprire nuove opportunità professionali per i camici bianchi ma anche ad offrire settori di specializzazione per tutta una serie di professioni a questa collegate. All’interno del testo sulla responsabilità professionale in campo sanitario è stata, infatti, inserita una disposizione in base alla quale l’obbligatorietà di dotarsi di una polizza assicurativa non graverà più solo sui professionisti ma sarà esteso anche a tutte le strutture sanitarie che dovranno garantire l’esistenza di una copertura ad hoc. Ecco, quindi, che entrano in gioco le altre professioni. La gestione del rischio in ambito sanitario, infatti, non potrà non essere strutturata in diverse articolazioni che potranno spaziare dalla gestione dell’organizzazione aziendale fino all’ascolto e alla mediazione, passando per la comunicazione e la formazione. E, fermo restando il coordinamento di un medico, non è da escludere che il professionista stesso, per fare fronte al meglio ai molteplici aspetti legati al suo ruolo, potrà aver bisogno di rivolgersi ad assicuratori, ingegneri gestionali, legali e perché no, addetti alla comunicazione.