Mario Greco ha lasciato la guida operativa delle Generali per cogliere una comprensibile opportunità di mercato, e non certo per colpa di dissapori che sarebbero sorti con i grandi azionisti della compagnia: è questo, in sintesi, il pensiero di Leonardo Del Vecchio, azionista del Leone con una quota del 3% circa detenuta attraverso la holding Delfin, sulla decisione di Greco di non rendersi disponibile per un nuovo mandato alla guida della compagnia e di passare a dirigere la concorrente Zurich.
Una linea di pensiero, di fatto, del tutto simile a quella enunciata pochi giorni fa da Alberto Nagel, numero uno di Mediobanca primo socio delle Generali con una quota del 13%.
«Quando uno esce da un’azienda, è chiaro che dichiara ciò che vuole», ha osservato Del Vecchio. Che, in merito al passo indietro di Greco, assicura che si è trattato di «una scelta sua, che per combinazione», ha aggiunto con tono ironico, «è coincisa con il fatto che è uscito da Zurich come numero due e ora rientra come numero uno: io avrei fatto lo stesso». Se mostra di comprendere la scelta professionale compiuta da Greco, Del Vecchio non nasconde di non aver gradito le giustificazioni addotte dal top manager per smarcarsi dal gruppo triestino, che ha guidato e rilanciato negli ultimi tre anni e mezzo: «Io non avrei detto le sciocchezze che ha detto lui, tipo sostenere che volevano cacciarlo via: non è assolutamente vero, perché aveva un contratto pronto sul tavolo da due mesi e, se avesse voluto, lo avrebbe firmato».
Per quanto riguarda la successione alla guida operativa del gruppo assicurativo, Del Vecchio, da azionista, ha avvertito che «prima vengono messe a posto le cose, meglio è», facendo capire di propendere per l’ipotesi di un avvicendamento interno alla società, una scelta che giudica meno rischiosa.
Del Vecchio ha poi spezzato una lancia a favore dell’attuale presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola. Quest’ultimo, stando ad alcune indiscrezioni, potrebbe a sua volta non essere riconfermato in occasione dell’assemblea di primavera, che prevede il rinnovo del cda. «Galateri va bene», ha assicurato Del Vecchio, aggiungendo che l’attuale presidente ha le giuste caratteristiche per ricoprire questo ruolo di vertice. «In un’azienda come Generali, il presidente ha importanza dal punto di vista della gestione e della conduzione, della trasparenza e del rispetto delle leggi: su questi temi è molto importante che sia bravo e ferrato». Infine, a chi gli domandava se Mario Greco avesse chiesto ai grandi soci la disponibilità a sostenere un rafforzamento patrimoniale in vista di un’acquisizione, Del vecchio si è limitato a dire: «Ma per fare che cosa? Non ce ne sono di operazioni».
A piazza Affari il titolo del Leone è terminato in progresso del 2,99% a 13,79 euro.
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