Di Anna Messia
Appena si parla di riforma Rc Auto scoppia la bagarre. E il ddl concorrenza, che contiene diversi interventi in materia, non fa eccezione. L’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazione, ha dichiarato ieri che la pioggia di emendamenti presentati al Senato sul provvedimento, già approvato alla Camera, rischia di portare a un nuovo aumento dei prezzi. L’associazione, passando in rassegna le richieste di modifica presentate al Senato, parla di proposte «inaccettabili». Allarme in particolare per gli emendamenti presentati da M5S, Fi e Sel che puntano ad abolire l’obbligo di accertamento strumentale (in pratica attraverso la lastra) dei colpi di frusta. «La norma del 2012 che ha introdotto quel tipo di accertamento», ha dichiarato il dg di Ania, Dario Focarelli, ha fatto emergere che «molti dei danni denunciati alle compagnie erano inesistenti o erano frodi». Tanto che la riduzione del costo dei risarcimenti legati alle microlesioni si è tradotta in un risparmio medio di 25 euro a polizza, e tenuto conto che in Italia ci sono oltre 40 milioni di polizze Rc Auto, il risparmio per i clienti è stato di 1 miliardo l’anno. Sul tavolo ci sono anche emendamenti che chiedono di inserire nel testo il divieto tout court per le compagnie di offrire ai clienti il servizio delle carrozzerie convenzionate e aumenti per le tabelle sul danno biologico, che secondo le imprese farebbero aumentare le tariffe. Per il governo non sarà facile trovare la quadra benché sia intenzionato ad affrontare il tema Rc Auto prima degli altri contenuti nel ddl. Il confronto con i relatori, Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marini (Area popolare), è durato a lungo ieri con l’intenzione è chiudere gli emendamenti governativi lunedì. (riproduzione riservata)