Cessione del quinto da prodotto di serie B a scelta di serie A. Ne è prova la crescita del 7,3% anno su anno registrata lo scorso 30 novembre. Negli anni successivi alla crisi economica americana dei mutui subprime e alle difficoltà dell’Eurozona seguite al default greco, il settore dei prestiti ha subito una frenata consistente, rialzando la testa solo sul finire del 2015.
In particolare, il cambiamento legato al prestito tramite cessione del quinto, dettato dal modificarsi delle situazioni di mercato degli ultimi cinque-sei anni, ha portato tale tipologia di finanziamento a rinnovarsi sotto tre differenti punti: in termini di società offerente, in termini di modello di pricing e in termini di controllo delle reti di vendita.
La cessione del quinto: le tre fasi del cambiamento. La cessione del quinto dello stipendio è una particolare forma di prestito personale, riservata ai lavoratori dipendenti pubblici e privati (con contratto di lavoro a tempo indeterminato) e ai pensionati (Inps e Inpdap), che prevede un rimborso delle somme concesse, effettuato tramite addebito diretto in busta paga o sulla pensione.
Dal 2010 a oggi lo strumento della cessione del quinto ha subito modifiche «strutturali», dovute a una maggior necessità di sicurezza patrimoniale, nonché a una necessità di riduzione dei tempi e dei costi di fruizione del credito concesso. Il cambiamento, come evidenziato da Luca Carrara, direttore commerciale di Prestitalia, gruppo Ubi, è partito in primo luogo dalla variazione delle società offerenti: la cessione del quinto, prima del 2010, era tendenzialmente appannaggio di società finanziarie di matrice privata, passando poi nelle mani di gruppi bancari di dimensioni più grandi (che ne hanno incorporato l’attività). Un secondo cambiamento ha quindi riguardato il modello di pricing: la tipologia di prestito mediante cessione del quinto prevedeva in origine elevati costi up front, controbilanciati da bassi tassi da corrispondere sulle somme concesse. «Dal 2010 a oggi, tuttavia, il prezzo legato alla cessione del quinto ha raggiunto quello del prestito personale, un cambiamento che ha portato a un ribasso delle spese di sottoscrizione e a un’armonizzazione dei tassi di interesse applicati a quelli correnti di mercato». Infine, un terzo step ha interessato il controllo delle reti di vendita: il passaggio dell’attività di cessione del quinto da società private a gruppi bancari di dimensioni maggiori ha portato a un rafforzamento delle reti di concessione, nonché a una più diretta supervisione del settore. Il prestito viene infatti effettuato direttamente, tramite sportello bancario, o con l’intermediazione di agenti monomandatari legati alla banca, implicando un minor numero di passaggi e dunque un minor costo di distribuzione.
Nota positiva dello sfruttamento di tale tipologia di finanziamento arriva dalla copertura assicurativa per il ramo vita ch’essa propone: accanto al prestito tramite cessione del quinto è infatti obbligatoria la sottoscrizione di polizze vita e garanzia legate alla possibile perdita del lavoro, che agevolano la regolarizzazione degli accordi in caso di morte o sopravvenuta disoccupazione.
L’andamento del settore. Sul finire del 2015, smorzati almeno in parte gli effetti della crisi economia mondiale che si sono ripercossi sulla concessione di crediti, i valori del settore prestiti sono tornati a crescere: al 30 novembre 2015, secondo quanto dichiarato a ItaliaOggi Sette da Carrara, la variazione delle prestazioni offerte in termini di cessione del quinto è risultata in crescita del 7,3%, complice il miglioramento delle condizioni del mercato italiano (con una crescita dello 0,6% sui prestiti concessi al settore privato a novembre). Non solo: legandosi allo status di lavoratore a tempo indeterminato, alla garanzia di una liquidazione di fine rapporto (Tfr) o a un’entrata pensionistica certa, l’andamento del settore della cessione del quinto potrebbe registrare nel corso del 2016 nuovi risultati positivi, legati anche alle misure governative in materia di lavoro (quali, per esempio, il Jobs act).
I nuovi tassi. La variazione dei tassi applicati dalle banche sul pagamento dei prestiti tramite cessione del quinto dello stipendio è stata oggetto del decreto Mef del 21 dicembre 2015, che ha indicato le tariffe che gli istituti del credito applicheranno dal 1° gennaio al 31 marzo 2016. Con il messaggio 23 del 2016, l’Inps ha inoltre aggiornato le soglie dei tassi Taeg (tassi annui effettivi globali) convenzionali per classe di età del pensionato e importo del prestito.
Prestitalia. In scia a un mercato che, numeri alla mano, è in parte tornato a concedere ai piccoli, anche l’offerta dei principali gruppi bancari italiani si è adattata al nuovo tipo di richiesta. «Abbiamo reso il prodotto di cessione del quinto erogato da Prestitalia» ha dichiarato Carrara, «estremamente semplice, trasparente e confrontabile con tutte le altre forme tecniche di finanziamento alle famiglie, mettendo così il cliente in grado di scegliere la soluzione più confacente alle sue esigenze». Questo, ha proseguito Carrara «anche nel settore della cessione del quinto» ove «l’attenzione alla trasparenza e alla leggibilità dell’offerta» sono alla base di un rapporto di fiducia. In sede di stipulazione di un rapporto di prestito ha infatti ricordato Carrara «i più grossi rischi non sono quelli patrimoniali, perché una banca che può concedere è una banca che ha i coefficienti patrimoniali per farlo. Il vero problema è soprattutto in termini operativi», perché se un istituto che non è in grado di sostenere il richiedente per l’intera durata del rapporto di cessione del quinto, mette a repentaglio il sostegno finanziario necessario a questi. A proposito, «l’introduzione del nuovo network, composto da 16 agenti leggeri monomandatari che supportano le agenzie del Gruppo Ubi», ha spiegato Carrara, si affianca a «7 nuovi agenti tradizionali» che «stanno consentendo di conseguire gli sfidanti obiettivi che il piano industriale triennale (2015-2018)». La rete di agenti «leggeri» crescerà da previsione entro la fine del 2016 a 40 elementi, cui sarà affidato a ognuno una zona di competenza, al fine di raggiungere l’obiettivo dei «75 milioni di erogato».