di Valeria Santoro MF-DowJones
Accelera il percorso verso una soluzione unitaria condivisa per la realizzazione di un’unica capogruppo del futuro Gruppo Bancario Cooperativo, nell’ambito della riforma del credito cooperativo italiano. Lo ha reso noto Federcasse spiegando che si intende così perseguire l’obiettivo di ottimizzare quanto di meglio oggi il credito cooperativo esprime in termini di modelli di business al servizio delle diverse realtà locali, valorizzando le migliori risorse professionali e le più significative risorse economiche.
L’obiettivo è quello di accrescere la competitività e la capacità di servizio nelle comunità e di potenziare gli strumenti che garantiranno ulteriormente la stabilità e la capacità autonoma di prevenire e risolvere eventuali situazioni di criticità delle singole banche di credito cooperativo-casse rurali. Federcasse ha sottolineato come vi è piena consapevolezza che una strategia di maggiore integrazione sul versante imprenditoriale consentirà la focalizzazione degli investimenti, il conseguimento di più consistenti economie di scala e capacità di supporto alle singole bcc-casse di risparmio aderenti al Gruppo Bancario Cooperativo unitario. Il credito cooperativo ha l’ambizione di poter vedere realizzato – sulla base dei dieci punti dell’autoriforma consegnati da tempo alle autorità – un quadro di regole coerente con i requisiti normativi e prudenziali dell’Unione Bancaria e conseguentemente un modello organizzativo originale ed innovativo che non ha uguali in Europa. Questo modello, basato su un’architettura che rafforza le finalità mutualistiche, mantiene i centri decisionali delle singole bcc-casse di risparmio nei rispettivi territori e quindi vicini al milione e 320 mila soci e consente – grazie alla adesione a una capogruppo mediante un «contratto di coesione» che prevede un’autonomia correlata a criteri di meritevolezza (risk based approach) – di poter contare sulla forza di un efficiente sistema a rete in grado di rispondere alle sollecitazioni delle normative europee ed a regole di mercato sempre più selettive.
Il sistema delle casse Raiffeisen dell’Alto Adige potrà avere la possibilità di costituire, nel rispetto delle particolarità culturali e linguistiche radicate in quel territorio, un proprio gruppo provinciale che potrà fare sistema con il Gruppo Bancario Cooperativo mediante contratti di solidarietà e di servizio.
Alla luce anche di questa significativa convergenza realizzativa, che segue l’unitarietà che ha contraddistinto nei mesi scorsi la fase elaborativa dei contenuti normativi elaborata dalla federazione guidata da Alessandro Azzi, il credito cooperativo confida in un rapido provvedimento da parte del governo in linea con quanto scritto nella proposta di autoriforma. (riproduzione riservata)