Pagine a cura di Antonio Ciccia Messina 

 

Le parole d’ordine sono procedure semplificate e tempi certi di gara e di realizzazione delle opere. E un occhio di favore deve essere riservato alle piccole e medie imprese e ai subappaltatori. Questo anche mediante una maggiore diffusione di informazioni, utilizzando gli strumenti della rete per le gare telematiche e per la pubblicazione degli avvisi: appalti, dunque, semplici, digitalizzati, senza inutili complicazioni burocratiche. È quanto prevede la legge delega per la riforma degli appalti pubblici, approvata definitivamente dal senato, che rivoluziona l’attuale dlgs 163/2006 e che tocca anche il processo amministrativo sugli appalti. Si vuole più qualità dell’opera pubblica, meno varianti in corso d’opera che fanno aumentare i costi, più sicurezza per i subappaltatori e più centrali di committenza. Ma andiamo per ordine.

Gli appalti pubblici in affanno. La delega vuole intervenire in un quadro caratterizzato da una sistemica inefficienza. Consideriamo infatti i tempi attuali di realizzazione degli appalti. Secondo il Rapporto 2014 del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, i tempi di attuazione di opere che valgono meno di 100 mila euro sono di poco inferiori a 3 anni, mentre superano i 14 anni per i progetti dal valore di oltre 100 milioni di euro; la progettazione degli interventi complessivamente presenta durate medie variabili tra 2 e 6 anni, la fase di aggiudicazione dei lavori oscilla tra 5 e 16 mesi circa, mentre i tempi medi di realizzazione lavori variano tra 5 mesi ad oltre 7 anni. I tempi della fase di progettazione sommati a quelli dell’affidamento risultano pari o superiori a quelli della sola realizzazione. E la situazione è peggiorata rispetto alla precedente indagine del 2011: i tempi medi di attuazione registrano un aumento di piccola entità (da 4,4 a 4,5 anni). Il peggioramento risulta particolarmente evidente per le opere di maggiore dimensione economica (sopra i 100 milioni di euro), dove l’incremento dei tempi è superiore al 30%.

La complessiva lunghezza deriva da carenze nelle progettazioni degli interventi, nella complessità degli iter autorizzativi e nell’incertezza nei circuiti finanziari, aggravata dalla necessità di rispettare il patto di stabilità interno, nella debolezza della governance del progetto da parte del soggetto attuatore.

Attuazione della delega. Per porre mano a questa situazione, sfruttando il pretesto di direttive europee da attuare, il governo viene delegato a adottare un decreto legislativo per il recepimento di alcune direttive europee e per il riordino complessivo della disciplina sui contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. Il termine per l’adozione della delega è il 18 aprile 2016.