di Andrea Di Biase
Unipol gruppo finanziario (Ugf) e la controllata UnipolSai potrebbero valutare nei mesi a venire l’introduzione del voto plurimo nei rispettivi statuti. Così ha indicato l’ad delle due società, Carlo Cimbri, nel corso dell’assemblea straordinaria di UnipolSai, che ieri ha dato il via libera a larga maggioranza (ha votato a favore il 98,61% dei presenti) alla conversione obbligatoria in ordinarie della azioni di risparmio di categoria A e B. «Sicuramente valuteremo» la possibilità di introdurre il voto maggiorato, ha spiegato Cimbri, «ma non abbiamo ancora iniziato a farlo e non ho un’opinione merito».
Certo, «se sarà di interesse qualche proposta ai soci la faremo», ha aggiunto il manager.
«Per quello che riguarda il riassetto» ai piani alti del gruppo, dove le cooperative azioniste di Finsoe hanno annunciato l’intenzione di sciogliere la holding e sostituirla con un patto di sindacato, «ci fermiamo al prossimo appuntamento di fine febbraio sulla conversione delle privilegiate» di Ugf in ordinarie. «Anche perché per valutare le novità normative» – sul voto plurimo – «serve un quadro stabile della composizione azionaria».
Per ora a Bologna sono concentrati sulla semplificazione delle varie categorie di azioni in circolazione dopo la fusione tra Unipol eFondiaria-Sai. Dopo l’ok dei soci ordinari alla conversione delle azioni di risparmio di categoria A e B in ordinarie UnipolSai (100 titoli ordinari per ogni Risparmio A e 1 azione ordinaria per ciascuna Risparmio B, in entrambe i casi senza pagamento di conguaglio), toccherà ora ai portatori delle due categorie di azioni rnc, che si riuniranno oggi in assemblea, pronunciarsi in materia.
Scontato il via libera dei portatori di risparmio di categoria B, gran parte delle quali sono in portafoglio alla holding Ugf, più aperto è invece l’esito dell’assemblea speciale dei portatori di rnc di categoria A, molti dei quali, attraverso il rappresentante comune Dario Trevisan, hanno fatto causa UnipolSai, per le modifiche statutarie adottate nel 2012 da FonSai (poi fusa con Unipol Assicurazioni) per presunti danni patrimoniali subiti dalla categoria nella distribuzione dei dividendi. Una causa che è ancora pendente e sulla quale non è chiaro l’effetto che potrebbe avere un via libera alla conversione delle rnc A in ordinarie. Ieri Trevisan ha chiesto ufficialmente a UnipolSai di sapere se la conversione potrebbe rendere di fatto nulla la causa, ma Cimbri ha preferito non dare punti di riferimento. «La società non fa consulenza, almeno non è previsto dallo statuto, a coloro che fanno causa alla società» quindi non si esprime «nessuna valutazione in merito a quello che lei ci richiede», ha affermato l’ad di UnipolSai.
Nonostante questo aspetto controverso, i portatori di azioni di risparmio A, riunitisi dopo l’assemblea degli azionisti ordinari, hanno comunque deciso di andare avanti con la causa, senza dare invece indicazioni di voto rispetto alla delibera sulla conversione che sarà messa ai voti oggi.
La mancata conversione non spaventa però Cimbri. «Se i soci» – di risparmio A – «non ritenessero di andare verso una configurazione più moderna» della struttura del capitale, attraverso la conversione in ordinarie, «a noi non dà fastidio», ha detto Cimbri, che ha ribadito anche di non voler modificare il tetto di 30 milioni messo a disposizione di coloro che, votando contro la delibera, potranno esercitare il diritto di recesso (ma senza avere la possibilità di beneficiare del dividendo a valere sull’esercizio 2014). Il tetto di 30 milioni di euro per l’esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti di risparmio A è stata fissata da UnipolSai perché «vogliamo un’adesione convinta a questa proposta», ha spiegato l’ad di UnipolSai, rispondendo a una domanda di Trevisan, che giudicava «bassa» la soglia di recesso. «A noi se rimangono le azioni A non cambia assolutamente nulla, faremo un’assemblea in più per gli azionisti di risparmio» ha poi ribadito Cimbri, a margine dell’assemblea, facendo capire che, in caso di mancata conversione, il problema sarà degli azionisti di risparmio A: «Se non viene deliberata la conversione, i soci resteranno con le loro azioni poco liquide in mano, per noi è ininfluente».
Per quanto riguarda invece la futura governance del gruppo, il manager ha spiegato che, se gli azionisti fossero d’accordo, preferirebbe proseguire nel ruolo di ad di Ugf, lasciando la poltrona in UnipolSai a un manager interno. Sempre ieri l’assemblea di UnipolSai ha cooptato nel board Giuseppe Recchi in sostituzione del dimissionario Vanes Galanti. (riproduzione riservata)