Di Anna Messia
Vogliono essere sempre più il punto di riferimento degli italiani nel risparmio. Nel piano industriale 2015-2019 delle Poste Italiane l’obiettivo indicato dall’amministratore delegato Francesco Caio è raggiungere la soglia dei 500 miliardi, 70 miliardi in più rispetto ai 430 attuali.
Il traguardo rappresenta un tassello fondamentale per il gruppo che, come ribadito di recente dal ministero dell’Economia, tiene fermo l’obiettivo della quotazione entro l’anno. Ma non è facile riuscire a conservare la fiducia di risparmiatori che hanno in scadenza vecchi buoni postali dai rendimenti superiori al 5% e che, presentandosi oggi negli uffici postali per reinvestire i capitali, si vedono offrire poco più dello zero virgola. «La discesa dei tassi d’interesse ha probabilmente colpito ancora di più la clientela delle Poste rispetto ad altri risparmiatori che in questo periodo si sono avvicinati a prodotti più rischiosi, ma che offrono rendimenti più elevati», ammette Marco Siracusano, chiamato da Caio nel luglio scorso da Intesa (dove era responsabile della direzione marketing) per guidare il BancoPosta e assumerne la direzione. Ma le Poste, Siracusano, le conosce bene perché in passato è già stato direttore marketing di BancoPosta. «Colmare questa differenza sarà la sfida di Poste per i mesi a venire», continua, «stiamo cercando di creare un approccio nuovo ai clienti. Un servizio che tenga sempre più conto dei loro effettivi bisogni, consigliando di mantenere liquidi i risparmi di cui necessitano a breve e di indirizzare il resto verso altri strumenti, che riescono a offrire tassi più interessanti. Come i libretti che premiano con rendimenti più elevati il cliente più fedele, le polizze Vita o ancora i fondi comuni, di cui stiamo rivedendo la gamma d’offerta».
L’obiettivo, come dichiarato dallo stesso Caio durante la presentazione del piano industriale, è duplice. Da una parte avvicinare clienti abituati finora a prodotti senza rischio proponendo strumenti un po’ più complessi, come i fondi comuni, per mantenere un tasso di rendimento adeguato ai loro bisogni in un mondo a tassi zero. Dall’altra c’è l’intenzione di innovare i prodotti, in modo da aumentare un po’ il rendimento degli strumenti più tradizionali. «È quello che stiamo facendo con i libretti. Un esempio è lo Smart che, fino al prossimo 30 giugno, offre l’1,5% lordo per chi tiene vincolato fino a scadenza almeno il 90% del proprio investimento», afferma Siracusano. Un’iniziativa che è già alla seconda edizione (la prima prevedeva un tasso dell’1,75%) e che offre un rendimento aggiuntivo rispetto al libretto standard (il cui il tasso è pari allo 0,25%) per i clienti che tengono fermo il capitale. In pratica il libretto Smart sta svolgendo un po’ la funzione che nel settore bancario tradizionale è assegnata ai conti di deposito vincolati, mentre il conto corrente tradizionale non riconosce alcuna remunerazione. La proposta sembra aver incontrato l’apprezzamento dai clienti di Poste, visto che in 18 mesi, dall’avvio dell’offerta dei libretti Smart, sono stati 1,8 milioni i risparmiatori che hanno aderito all’iniziativa, con afflussi di circa 35 miliardi di euro, rispetto ai 320 miliardi totali investiti in libretti e buoni emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, che rappresenta il 9% dell’ammontare totale del risparmio detenuto dalle famiglie italiane. A quest’ultima offerta si aggiunge una gamma già ampia di Buoni Postali, strumenti che riconoscono sempre almeno il 100% del capitale investito. Ce ne sono 12 tipi diversi, tra cui anche uno legato all’inflazione, che potrebbe rivelarsi la scelta giusta se il tentativo della Bce di far risalire i prezzi avranno successo. «L’intenzione, in ogni caso, è quella di semplificare il più possibile l’offerta», puntualizza il direttore di BancoPosta, «per rendere ancora più trasparente il rapporto con il cliente». Ma, come detto Poste, intende anche creare strumenti innovativi e quanto più possibile interessanti sul fronte dei rendimenti. Sotto questo aspetto l’impegno con la Cassa Depositi e Prestiti è chiaro: la convenzione appena rinnovata, che durerà fino al 2018, prevede importanti investimenti in tecnologia, promozione e comunicazione per innovare e ampliare i servizi associati ai buoni e ai libretti (come la carta che può essere collegata al libretto Smart) ed è stato anche previsto l’avvio di comitati di partecipazione congiunta per identificare nuove opportunità commerciali. Del resto, nonostante la crisi, il risparmio complessivo degli italiani sta ancora aumentando e Poste Italiane non vuole certo perderne la presa. (riproduzione riservata)