Euler Hermes, ha recentemente realizzato uno studio intitolato “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, che descrive nel dettaglio il processo di recupero crediti, mettendo a confronto 44 paesi che presentano differenti livelli di complessità. L’analisi si basa su tre fattori che influenzano le dinamiche di recupero: le abitudini di pagamento, le tortuosità legali e i rischi di insolvenza. Fra i paesi che presentano meno difficoltà in tema di recuperi ci sono: Svezia, Germania e Austria; mentre Russia, Emirati Arabi e Arabia Saudita sono ancora indietro nella semplificazione delle procedure per il recupero dei pagamenti.
Oltre a determinare un indicatore di complessità per il recupero del credito (Collection Complexity Index), Euler Hermes ha poi definito, in un vademecum per le imprese, “i cinque comandamenti” da seguire per ridurre al minimo il rischio di mancato recupero del credito.
Jean Placotaris, CEO di Euler Hermes Collections, definisce il recupero crediti “una combinazione di fasi ben distinte ma essenziali, ciascuna caratterizzata da un livello crescente di complessità. Cinque sono le regole da applicare: (i) mai sottovalutare il contesto economico; (ii) negoziare sempre con fermezza; (iii) evitare le procedure giudiziarie; (iv) recuperare i crediti da debitori insolventi è arduo; (v) far passare il tempo moltiplica la difficoltà di recupero”.
Il “Collection Complexity Index” di Euler Hermes è un indicatore numerico da 0 a 100, che consente di suddividere in 4 fasce i Paesi oggetto del monitoraggio e definisce il livello di difficoltà nel recuperare il credito. Nella classifica mondiale l’Italia si è posizionata al 27° posto sulle 44 nazioni analizzate ed è inserita nella stessa fascia di USA, Turchia, Brasile e India, in cui le azioni di recupero del credito hanno un elevato livello di omplessità.
L’inserimento dell’Italia nella fascia elevata, con un punteggio di 53, è determinato da un’attenta analisi delle pratiche di pagamento, procedimenti giudiziari e procedure concorsuali. I comportamenti e le abitudini di pagamento delle imprese italiane sono tra i meno virtuosi in Europa, così come la media dei DSO (giorni di incasso di un credito) che è elevata (oltre 100gg) e ben distante dagli standard definiti dalla Direttiva europea.
Lente e complesse le procedure giudiziarie, con costi elevati e sentenze dei tribunali che si fanno attendere per anni. Iniziare quindi un’azione legale è quasi sempre irragionevole. Quando il debitore è invece insolvente, i meccanismi di rinegoziazione del debito sono poco utilizzati come pratica, mentre la liquidazione (fallimento) rimane il percorso predefinito, che in genere lascia poche opportunità ai creditori per il recupero del credito.
“L’indicatore di complessità per il recupero del credito – dichiara Gianluca Rossini, Country Manager Euler Hermes Italia Collections – può essere un tool guida per le PMI che si affacciano in nuovi mercati o intraprendono attività commerciali con nuovi clienti in Italia. Nel 2015 l’export sarà ancora la chiave di crescita per il nostro paese e il made in Italy è atteso in espansione verso i Paesi extra UE, dove la domanda è più dinamica ma i rischi sono più elevati. E’ quindi necessario dotarsi di strumenti per la gestione del credito che consentano all’impresa di focalizzarsi sul core business, mantenendo l’operatività profittevole e sicura nel lungo periodo”.
Euler Hermes ha lanciato una innovativa applicazione (App) mobile dal titolo “Land of Payment”, che permette di valutare la complessità del recupero crediti in oltre 40 paesi nel mondo. L’applicazione “Land of Payment”, per tablet e smartphone Apple® e Android®, fornisce informazioni approfondite sulle pratiche necessarie per il recupero crediti in tutto il mondo. Gli utenti possono conoscere le abitudini locali di pagamento, le azioni legali e le procedure concorsuali in caso di insolvenza, sfruttando questi dati per prendere decisioni e gestire le proprie aspettative sui mercati internazionali.
La App può essere scaricata gratuitamente dal link Apple App Store® o da Google Play®.