Forse, a rifare i conti, il sacrificio potrebbe essere un po’ inferiore agli 1,7 miliardi indicati finora al mercato. Perché come ha dichiarato l’ad del gruppo Carlo Cimbri la quota di mercato di UnipolSai in questi mesi è scesa un po’ e per rispettare il vincolo che prevede di non superare il 30% del mercato in ogni provincia italiana, come chiesto dall’Antitrust, il pacchetto di polizze da cedere potrebbe essersi leggermente sgonfiato. Ma anche se meno pensante, la dismissione appare inevitabile, a meno di aprire un lungo contenzioso con l’Antitrust che entro il 15 gennaio attende di sapere chi rileverà il pacchetto. In trattativa, come noto, ci sono i belgi di Ageas, ma Cimbri ha più volte sostenuto che la dismissione non avverrà a ogni costo, prima di tutto per evitare eventuali danni al patrimonio della compagnia. Qualora la società non ottemperi, in tutto o in parte, alle misure, l’Antitrust potrebbe però imporre sanzioni di importo non inferiore all’1% e non superiore al 10% del fatturato delle attività di impresa oggetto di concentrazione. Considerando che i premi del consolidato proforma del gruppo Unipol Sai a settembre erano 11 miliardi, la sanzione minima sarebbe quindi superiore a 100 milioni.