di Francesco Ninfole
Le regole di Basilea 3, pur essendo in gran parte uguali in tutta Europa, prevedono alcune discrezionalità nazionali. Banca d’Italia le ha definite nella circolare 285, il cui contenuto è stato reso noto agli istituti anche grazie a una comunicazione dell’Abi. «Laddove appropriato, sulla base di considerazioni relative alla stabilità finanziaria la Banca d’Italia si riserva in alcuni casi di elevare, ad esempio, fattori di ponderazione del rischio», è scritto nel documento Abi.
La nota dell’Abi ha anche evidenziato la possibilità per le banche di avvalersi sotto certe condizioni del cosiddetto Sme Supporting Factor, ovvero il fattore di ponderazione speciale per i prestiti alle pmi; e di dedurre le attività fiscali differite «che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee esistenti al primo gennaio 2014».
Riguardo invece alle partecipazioni assicurative, Bankitalia ha esercitato la discrezionalità che consente alle banche appartenenti a conglomerati finanziari di ponderare gli investimenti significativi in imprese di assicurazione, anziché di dedurli dai fondi propri. Ulteriori disposizioni sono sulle esposizioni infragruppo, sulle banche che utilizzano i modelli interni di rating, sulla concentrazione dei rischi e sulla disciplina della liquidità applicabile livello individuale. Le nuove regole, come tutte le altre di Basilea 3, sono entrate in vigore da quest’anno, anche se prevedono regimi transitori. I requisiti di capitale minimi aumenteranno gradualmente fino al 2019 e per le banche che non avranno riserve (buffer) di capitale sufficienti sono previste limitazioni ai dividendi (si veda anche MF-Milano Finanza del 3 dicembre). Dal 2016 saranno previsti anche i buffer anticiclici e per le banche di rilevanza sistemica. (riproduzione riservata)