di Francesco Colamartino
Le famiglie italiane sono sempre più povere. Quelli del secondo rapporto della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie sono i numeri di un’autentica emergenza nazionale. Tra il 2010 e il 2012 il reddito familiare medio è calato del 7,3% e la ricchezza media è diminuita del 6,9%. Nello stesso periodo il reddito equivalente, una misura pro-capite che tiene conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia, è sceso del 6%. Il deterioramento delle condizioni economiche è stato più accentuato per i lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti e a chi non svolge un’attività da professionista. Il reddito equivalente si è ridotto per tutte le classi di età, tranne per coloro con più di 64 anni, per i quali è rimasto invariato. Per le classi di età più giovani, invece, è diminuito vertiginosamente. Per quanto riguarda il famoso traguardo di fine mese, una famiglia su tre non riesce a raggiungerlo». L’indebitamento, come in passato, è più diffuso tra le famiglie a reddito medio-alto e la maggior parte dei debiti è rappresentata da mutui per l’acquisto e per la ristrutturazione della casa. Ma, secondo Bankitalia, tra le famiglie italiane si è interrotto il trend di crescita nella diffusione dell’indebitamento che era in corso da più di un decennio.
L’economia italiana, comunque, si sta avviando a una svolta ciclica dopo una lunga crisi. «Si vanno rafforzando i segnali di miglioramento emersi dalla scorsa primavera», ha detto infatti sempre ieri il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo alla Adam Smith Society. «Nell’estate», ha proseguito «la caduta del Pil si è interrotta. Nel 4° trimestre del 2013 la produzione industriale avrebbe segnato un rialzo dell’ordine di un punto percentuale; la variazione del Pil sarebbe risultata positiva per la prima volta dalla metà del 2011. Tuttavia, «il quadro economico resta tuttavia fragile», ha avvertito Panetta aggiungendo che «In Italia la situazione congiunturale migliora con lentezza; rimane caratterizzata da andamenti eterogenei tra aree geografiche e settori di attività». (riproduzione riservata)