di Giampiero Di Santo  

Dalla patrimoniale «che c’è già, è l’Imu» del Pd, all’Imu da cancellare perché è «una patrimoniale mascherata» di Silvio Berlusconi e del Pdl. Passando per il mantra «della lotta all’evasione fiscale» e dei relativi incassi recuperati e «usati per abbattere le tasse sul lavoro e sulle imprese», per arrivare alla «guerra contro i paradisi fiscali».

Finito il 2012, lasciata alle spalle la grande escalation di tasse, imposte e tariffe cominciata nel 2010-11 sotto Giulio Tremonti e perfezionata dall’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti, gli italiani sono pronti per affrontare un altro anno tutto lacrime e sangue. Con la speranza che i partiti chiamati a incrociare le loro lame per le elezioni politiche del 24-25 febbraio dichiarino con chiarezza e senza false promesse che cosa intendano fare per ridurre le pene dei contribuenti che pagano già troppo e rivelino le loro strategie per recuperare le risorse necessarie per favorire il rilancio dell’economia. Certo è che a meno di due mesi dalle consultazioni elettorali di carte in tavola non è che ne siano state messe molte. I partiti, o almeno quasi tutti i partiti, per ora si sono limitati a indicazioni generiche, per non urtare troppo suscettibilità, quelle degli elettori, fin troppo urtate negli ultimi anni.
Perfino Monti, premier in carica e prossimo candidato premier per le liste che si riconosceranno nella sua agenda, si profonde in promesse, come quella di ridurre il carico fiscale di un punto percentuale, ma avverte che l’Imu non si tocca perché altrimenti «qualcuno sarà costretto a rimetterla raddoppiata». Certo, di imposta patrimoniale, nell’agenda del professore, si parla ancora e molto. Ma il presidente del consiglio dimissionario, quando ci si addentra sul terreno dei contenuti, preferisce mantenersi sul vago. Non è un caso che nella sua agenda fiscale Monti sia piuttosto dettagliato quando si propone di abbassare di almeno un punto percentuale «il prelievo complessivo dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e impresa».

Così come non sembra casuale la scelta di indicare soltanto a livello di enunciazione la necessità di «trasferire il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio». Facile a dirsi, più difficile a farsi, se è vero che il professore, economista e tecnico di primo piano, quando si tratta di precisare le misure e gli strumenti che il suo ipotetico governo, ma non troppo, intende mettere in campo rimanda tutti alla definizione di «meccanismi di misurazione della ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitali, per rendere il fisco uno strumento utile a garantire maggiore equità nella distribuzione del peso dell’aggiustamento». Insomma, se il futuro è già dietro l’angolo, per Monti, però, «del diman non v’è certezza»

Il pragmatismo di Bersani e del Pd.

Chi invece sembra sapere benissimo cosa accadrà nel prossimo futuro è il Pd guidato da Pierluigi Bersani, che dopo aver perorato la causa della patrimoniale nei primi mesi del governo Monti, successivamente, forse anche a causa del forte sostegno riservato nelle primarie a Matteo Renzi dal 40% dei partecipanti alle votazioni, ha corretto e anche di parecchio, la rotta. Così, «l’alleggerimento fiscale» sul lavoro e le imprese, da far pagare «ai grandi patrimoni finanziari e immobiliari» è diventato nell’ultima versione firmata da Stefano Fassina, interpellato da ItaliaOggi, una diversa modulazione dell’Imu. «La patrimoniale c’è già, come abbiamo già detto, ed è l’Imu», spiega il responsabile economico del Partito democratico. «Ora di tratta di studiare una diversa distribuzione del carico dell’imposta. Noi vogliamo eliminarla sulle prime abitazioni di valore inferiore a 1,2 milioni e aumentarla sugli immobili che valgono di più». Fassina aggiunge che l’operazione di ribilanciamento dell’Imu studiata dai tecnici del Pd si tradurrà in minori tasse per circa 3 miliardi di euro sui meno abbienti e sul ceto medio, una somma non certo trascurabile.

E spiega che la strategia messa a punto dai Democratici ridurrà la disuguaglianza, purché affiancata da «un’efficace azione di contrasto all’evasione fiscale». Minori speranze di successo, nel brevissimo periodo, Fassina e il Pd ripongono nella possibilità di tassare i patrimoni finanziari, a meno che non intervenga direttamente l’Unione europea «con un’azione di contrasto nei confronti dei paradisi fiscali che a livello nazionale non è possibile».

 

Il Pdl convinto: su Imu e patrimoniale indietro tutta. Silvio Berlusconi, leader del Popolo delle libertà, è stato finora categorico. Se il Popolo della libertà vincerà le elezioni, la prima mossa del futuro governo di centro-destra sarà quella di cancellare l’Imu sulla prima casa. «Confermo che per noi la casa è sacra e sulla casa non devono essere messe imposte né ora né mai», ha spiegato il Cavaliere nel corso di diverse interviste alle stampa e tv. «Perciò, per coprire i circa 4 miliardi di gettito che verranno a mancare quando, nella prima riunione del consiglio dei ministri, aboliremo l’Imu sulla prima casa, abbiamo già preparato un disegno di legge che prevede aumenti di cose non essenziali come alcolici e giochi. Eviteremo così che moltissime famiglie siano messe in difficoltà dovendo sacrificare la tredicesima». Ma se nel novembre del 2011, quando l’esecutivo dei tecnici stava per annunciare l’entrata in vigore dell’Imu, Berlusconi si era detto disposto ad accettare il ritorno di un’imposta sulla casa simile all’Ici, sulla patrimoniale pura e semplice l’ex premier era stato chiaro. «Se Monti prenderà misure in contrasto con la linea dei partiti che lo sostengono, come per noi è sempre stata la patrimoniale, non potrà andare avanti», aveva dichiarato il cavaliere. Una contrarietà assoluta, insomma, ribadita nei giorni scorsi dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, che a proposito dell’agenda Monti ha scritto: «Imu, patrimoniale e aumento dell’Iva sono le tre certezze dell’agenda Monti. A leggerla, non crediamo che l’Italia possa avere dei benefici, perché l’Imu sarà mantenuta e si parla di aumento dell’Iva e di instaurazione della patrimoniale. Credo che questo non sia veramente un belvedere per il futuro delle famiglie e delle imprese».

© Riproduzione riservata