Un prezioso strumento di lavoro per l’analisi di rischio sanitario ambientale, essenziale per la ‘gestione’ dei siti contaminati: è online la nuova Banca dati Iss-Inail. Elaborata dal Dipia – il dipartimento Insediamenti produttivi e interazione con l’ambiente dell’Inail e dal dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Iss – la banca dati riporta le proprietà chimico-fisiche e tossicologiche delle sostanze chimiche inquinanti elencate nel dlgs. 152/06 (e s.m.i). “L’importanza e l’utilità di questa banca dati consiste nel rendere uniformi a livello nazionale i valori dei parametri caratteristici di tali sostanze, necessari per l’applicazione della procedura di analisi di rischio – spiega Simona Berardi, ingegnere presso il Dipia Inail e coordinatrice Inail per il progetto – Questo strumento ha, quindi, permesso di superare il problema legato alla mancata uniformità delle banche dati implementate nei software comunemente utilizzati a livello nazionale, che spesso contengono valori dei parametri chimico-fisici e tossicologici molto diversi tra di loro. Inoltre, la sua precedente versione conteneva delle incongruenze relative alla classificazione di cancerogenicità delle sostanze che, con la presente edizione, si ritengono superate”.
Essenziale per la stima quantitativa del rischio sanitario dovuto alla presenza di inquinanti nelle matrici ambientali.“L’analisi di rischio sanitario è stata introdotta in Italia col dm 471/99, ma col dlgs 152/06 c’è stato un netto passaggio da un approccio di tipo tabellare a uno basato sull’analisi di rischio – continua Berardi – Attualmente viene utilizzata come strumento di supporto per la gestione dei siti contaminati, perché permette di effettuare una stima quantitativa del rischio per la salute umana (di residenti e/o lavoratori) connesso alla presenza di inquinanti nelle diverse matrici ambientali e rappresenta, quindi, un valido aiuto per la definizione degli interventi finalizzati al raggiungimento di livelli accettabili”. In Italia i siti contaminati sono rappresentati per la stragrande maggioranza da impianti industriali, in attività o dismessi, discariche e punti vendita carburanti. “Quindi, in questi casi, i lavoratori sono potenzialmente a rischio per esposizione (inalazione, ingestione e/o contatto dermico) ad agenti chimici pericolosi presenti nel suolo insaturo o nelle acque di falda su cui insistono tali attività”, sottolinea Berardi.
La conformità alla normativa europea di riferimento. L’attuale banca dati contiene un completo aggiornamento dei valori delle proprietà chimico-fisiche e tossicologiche ed è stata elaborata anche per adeguare la classificazione delle sostanze al nuovo regolamento Ce 1272/2008. Il 20 gennaio 2009 è, infatti, entrato in vigore negli Stati membri dell’Unione europea il Regolamento 1272/2008 (noto anche come “Regolamento CLP”- Classification, Labelling and Packaging), che detta i nuovi parametri per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele chimiche. Il Regolamento riprende i principi del Globally Harmonized System (Ghs), elaborato dall’Onu e finalizzato all’unificazione a livello mondiale della descrizione dei rischi connessi alla gestione delle sostanze chimiche. E’ stato, inoltre, elaborato un criterio finalizzato alla attribuzione dei parametri tossicologici legati alla cancerogenicità in funzione della loro classificazione Cee e Iarc (Agency for research on cancer).