Il principale obiettivo di Eurostat, che raccoglie ed elabora i dati della Ue a fini statistici è quello di promuovere il processo di armonizzazione delle statistiche degli Stati membri; il progetto Esaw è la sua naturale articolazione per quanto riguarda gli infortuni in ambito lavorativo. L’ingresso dei nuovi Stati, in realtà, ha risollevato il problema storico della confrontabilità dei dati, soprattutto per quei paesi che non dispongono di un sistema assicurativo specifico e che presentano elevati livelli di sottodichiarazione dei dati (addirittura fino al 50%).
Gli ultimi dati diffusi da Eurostat (anno 2010) relativi ai tassi standardizzati di incidenza infortunistica (che a differenza dei valori assoluti garantiscono un adeguato livello di affidabilità), mostrano per l’Italia un valore pari a 2.200 infortuni per 100.000 occupati (2.362 nel 2008 e 2.330 nel 2009), al di sotto di quello rilevato per Spagna (3.541) e Germania (2.213). Il calo più significativo si osserva però per i casi mortali, dove l’indice passa (dal 2008 al 2010) da 2,4 a 1,6 decessi per 100.000 occupati (al di sotto di quello, seppur stimato, dell’Ue 27 pari a 1,9), segnando una riduzione del 35% rispetto al 2008 e del 69% rispetto al 1998 (quando era pari a 5).
Fonte: INAIL