Pagina a cura di Antonino D’Anna  

Dal finto orientale che vuole comprare l’esercizio con strane «alchimie» finanziarie, passando per finti avvocati che istruiscono cause inesistenti. E il drammatico ritorno dell’usura. Le truffe colpiscono sempre più le imprese. La crisi e le banche, più restie a concedere credito, spingono gli imprenditori a dare subito fiducia a chiunque dimostri una presunta disponibilità economica. Ma molto spesso la frode è dietro l’angolo. È per questo che un buon giurista d’impresa può aiutare l’imprenditore a evitare brutte avventure. A tracciare, per ItaliaOggi Sette, questo quadro preoccupante è Lorenza Morello, giurista d’impresa, avvocato e presidente Apm (Avvocati per la mediazione).

 

Domanda. Quali truffe si rischiano di più?

Risposta. Sicuramente quelle che riguardano l’accesso al credito. Il sistema bancario in questo momento difficilmente consente all’imprenditore medio condizioni accessibili per ottenere un credito: è a questo punto che si immettono sul mercato i soggetti più disparati che cercano di convincere la gente di avere plafond d’investimento e altri prodotti di questo genere che nulla sono che una scatola vuota. A fronte della quale esistono grossissimi rischi.

 

D. Oppure?

R. Un’altra problematica è quella delle finte compravendite: si stanno manifestando sempre di più truffe che funzionano più o meno in questo modo. C’è un imprenditore che ha un immobile da vendere, sia esso commerciale o la casa privata su cui l’Imu è così pesante da spingerlo alla vendita. Arriva un soggetto che nel 90% dei casi dice di essere uno straniero: per esempio un cinese o un indiano, che racconta di essere membro di una grande famiglia residente in un continente lontano dal nostro. Dice di voler investire nel nostro paese aprendo una società: l’imprenditore propone un prezzo d’acquisto stracciato, come nel caso di un mio cliente, titolare di un centro commerciale del valore di 52 milioni di euro, al quale un asiatico aveva proposto l’acquisto. Non ha trattato un centesimo sul prezzo, ma al momento del pagamento gli ha detto: «La pagherei in valuta estera. Ma siccome devo aprire una società in Italia e ho tutti i soldi in Svizzera, per comodità lei mi dia un milione di euro: io i 52 glieli porto dopo, nel momento in cui facciamo la compravendita così lei ce li ha già in valuta». Il mio cliente gli stava per dare il milione: perché la gente oggi è così disperata che quando vede disponibilità economiche riesce a cadere in trappole di ogni genere.

 

D. E poi?

R. Altre cose: le banali truffe contrattuali. Una volta c’era il finto dentista, ora ci sono i finti avvocati. C’era un tale, un vero avvocato, che però era rimasto senza soldi per pagarsi l’iscrizione all’Albo e lo studio. Aveva continuato a prendere i clienti inventandosi i numeri di causa del registro di cancelleria del tribunale. Si inventava i numeri e telefonava ai clienti chiedendo soldi, ovviamente, per mandare avanti le «cause». Quando è morto si è scoperto che nessuna delle cause era stata istruita. Se ne vedono, insomma, di tutti i colori.

 

D. Quali altri settori vengono colpiti da truffe? I prestiti personali?

R. Questo però colpisce l’imprenditore che ha problemi di denaro o il privato. Non solo gli anziani, ma anche il piccolo imprenditore o il commerciante che ha difficoltà con la banca e la necessità di pagare le spese. Un’altra tipologia che sta tornando alla ribalta è il prestito a usura, che ha assunto livelli preoccupanti. Anche lì bisognerebbe saper tenere le distanze da certi soggetti. È un fenomeno che i giornali stanno riportando poco, ma tra i molti suicidi che accadono non è vero siano tutti per colpa delle tasse; spesso accade che per il pagamento delle tasse ci si rivolga in cerca di fondi a soggetti che ti fanno entrare in un tunnel dal quale è difficile uscire. Ed è molto più diffuso di quanto si pensi, anche perché il cliente spesso ha difficoltà a dirlo al suo legale oppure ha paura. Mi è successo in un caso, solo che per fortuna il mio cliente ha avuto il coraggio e la forza di denunciare gli usurai.

 

D. Come difendersi?

R. Se uno è un imprenditore, non credo che in un momento di difficoltà come questo si possa aprire al mercato e finanziario e di altro genere senza un buon consulente fidato. Che può essere il commercialista di una vita oppure il giurista d’impresa. Perché servono delle conoscenze diverse da quelle dell’avvocato comune o dell’amministratore societario in epoca «normale». La gestione di un’azienda in un’epoca di crisi pone l’azienda in difficoltà e in situazioni differenti, quindi bisogna affidarsi a professionisti esperti.

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