di Andrea Di Biase

La Banca d’Italia gioca d’anticipo sulla vicenda delle presunte irregolarità nei bilanci diMps, che hanno portato alle dimissioni dell’ex presidente di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari, dal vertice dell’Abi.

Con un comunicato diffuso nella serata di ieri, Via Nazionale ha allontanato subito possibili critiche all’attività di vigilanza condotta in questi anni sulla banca senese (l’ultima ispezione si è conclusa nei primi mesi del 2012), sottolineando che la vera natura delle operazioni finanziarie, realizzate da Mps negli anni scorsi e che ora potrebbero impattare negativamente sui conti dell’istituto, «è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps». La Banca d’Italia ha dunque di fatto avvalorato la ricostruzione fornita da Il Fatto Quotidiano, secondo cui la reale struttura dell’operazione Alexandria, realizzata nel luglio del 2009 con la banca d’affari giapponese Nomura, sia stata scoperta dal presidente Alessandro Profumo e dall’ad Fabrizio Viola solo dopo l’apertura della cassaforte dell’ex dg della banca, Antonio Vigni, avvenuta nell’ottobre scorso.
 

Pertanto fino ad allora né il nuovo vertice della banca, insediatosi la scorsa primavera, né tantomeno la Banca d’Italia sarebbero stati al corrente, almeno fino al ritrovamento del contratto tra Mps e Nomura, del reale schema dell’operazione Alexandria. Questa, assieme alle altre due operazioni strutturate, denominate Nota Italia e Santorini, finite sotto la lente dei nuovi vertici della banca, potrebbe avere un impatto negativo sui conti 2012 di Mps fino a 700 milioni, anche se la decisione di portare da 3,4 a 3,9 miliardi l’ammontare di Monti bond dovrebbe consentire a Rocca Salimbeni di attutire eventuali impatti sui coefficienti patrimoniali. Tanto che Viola ha smentito l’ipotesi di nazionalizzazione dell’istituto.

Secondo quanto sostenuto da Via Nazionale e avvalorato dallo stesso Viola in un intervista a SkyTg24, la Banca d’Italia, che all’epoca dei fatti era guidata dall’attuale presidente della Bce, Mario Draghi, e la cui Vigilanza era affidata all’attuale numero uno della Rai, Anna Maria Tarantola, sarebbe dunque stata raggirati dal precedente vertice di Mps, che non avrebbe fornito dettagli del contratto in questione nemmeno al cda, al collegio sindacale e alla società di revisione Kpmg.

Questo, almeno stando a quanto affermato martedì dalla banca e dai revisori, anche se nella conversazione telefonica tra Mussari e i banker di Nomura che strutturarono l’operazione, finita anch’essa sul tavolo della Procura di Siena, l’ormai ex presidente dell’Abi avrebbe assicurato alla banca d’affari di avere informato consiglio e revisori, pur senza avere fornito loro copia della documentazione.

Proprio nelle prossime ore la Consob, anch’essa tenuta all’oscuro fino a oggi della reale struttura dell’operazione Alexandria, dovrebbe ascoltare i componenti del collegio sindacale della banca e i revisori, sia gli attuali che quelli della passata gestione, Kpmg ed Ernst&Young. Parallelamente l’authority presieduta da Giuseppe Vegas ha già preso contatto con la Procura di Siena, che da mesi sta indagando anche sull’acquisizione di Banca Antonveneta, segnalando eventuali profili penali dell’errata (o mancata) contabilizzazione delle operazioni di finanza strutturata.

Alla vigilia dell’assemblea del Monte, che domani dovrà dare il via libera all’emissione dei Monti bond, è inoltre emerso che sia il nuovo vertice della banca sia la Fondazione, tuttora principale azionista, stanno valutando la possibilità di promuovere azione di responsabilità nei confronti di Mussari e Vigni. «Nella misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale della banca certamente noi ci muoveremo. A oggi stiamo facendo tutte le analisi per capire chi ha fatto che cosa», ha affermato Profumo.

Sembra invece senza consistenza l’ipotesi di un commissariamento di Mps. Via Nazionale, nel suo comunicato, pur non facendo accenno a questa eventualità, ha però voluto sottolineare che «nei mesi scorsi i vertici di Mps sono stati rinnovati» e che «i nuovi amministratori stanno cooperando con l’autorità giudiziaria e con la Banca d’Italia per accertare le passate circostanze». (riproduzione riservata)