Lo scorso 30 ottobre è stato presentato il Dossier statistico immigrazione 2012 Caritas-Migrantes, imperniato sui vari aspetti economico-sociali, culturali, giuridici e religiosi dell’immigrazione.
Le migrazioni, fenomeno inevitabile in un mondo attraversato da crisi politiche ed economiche e caratterizzato da una diseguale distribuzione della ricchezza, hanno acquistato in tutta Europa una dimensione crescente nel corso degli ultimi decenni.
Secondo i dati forniti da Eurostat, al 1° gennaio 2011 la popolazione di cittadinanza straniera residente nella Ue ha superato quota 33 milioni, con un aumento di quasi un milione di unità rispetto all’anno precedente. Una cifra ragguardevole, ma che di per sé rappresenta poco più del 6% della popolazione dei 27 paesi dell’Ue.
A livello occupazionale, il 2011 ha fatto registrare rispetto agli ultimi due anni, un moderato incremento (+0,4%); alla leggera crescita degli autoctoni (+0,2%) si è associato un aumento più sostenuto degli stranieri (+3,1%) sebbene con ritmi inferiori a quelli del periodo pre-crisi. Secondo l’Ocse, tuttavia, l’occupazione dei giovani stranieri è diminuita del 28% in Irlanda e del 16% in Spagna mentre è aumentata la percentuale di coloro che lavorano in condizioni di precariato (+15% in Grecia, +9% in Finlandia e +11% nella Repubblica Ceca).
In Italia, secondo la stima del dossier, nel 2011 i lavoratori stranieri sono stati circa 2,5 milioni.
Lavorano soprattutto nel settore dell’assistenza familiare, dell’edilizia, dell’agricoltura, ma anche in molti altri comparti da quello marittimo a quello sportivo.
La vulnerabilità economica e sociale di questi lavoratori li rende maggiormente soggetti al rischio infortunistico. Nel 2011, infatti, l’incidenza sul totale dei casi denunciati all’Inail ha raggiunto il 15,9% a fronte di un 15,4% relativo all’anno precedente.
Fonte : INAIL