Un mix composto dalla mancata Opa su Premafin nell’ambito dell’operazione Unipol e da perdite e ammontare dell’aumento di capitale superiori alle attese per Fondiaria-Sai. Questo ieri, in Borsa, ha fatto scattare le vendite sui titoli della galassia Ligresti, con Premafin in picchiata del 22,08% e la compagnia assicurativa controllata in discesa dell’8,3%. Calo persino maggiore per le Fonsai risparmio, che hanno ceduto il 14% dopo che è stato chiaro che almeno per ora non ci sarà alcuna conversione alla pari con le ordinarie (il mercato nei giorni ne aveva sostenuto la quotazione scommettendo su una operazione di questo tipo anche nell’ottica di semplificare le cose in vista dell’aumento di capitale Fonsai e della fusione con Unipol). In decisa flessione del 6,69% anche Milano Assicurazioni, che sarà coinvolta soltanto nei passaggi finali della maxi-fusione tra la compagnia che attualmente fa capo alla famiglia Ligresti e quella bolognese. Per quanto in rosso, è andata appena meglio a Unipol, che a Piazza Affari ha lasciato sul terreno il 3,32% contro il -6,91% delle privilegio, che pure, come nel caso delle Fonsai rnc, erano date in via di conversione. Va ricordato che nel weekend si sono riuniti i cda delle diverse società coinvolte nelle nozze assicurative dell’anno, per definire i dettagli di massima dell’operazione. Dettagli che sono stati in parte rivisti rispetto a quelli precedentemente comunicati per evitare che l’impianto dell’operazione potesse far scattare l’obbligo di Opa su Fonsai (Unipol punta a ricevere l’esenzione invocando il salvataggio e il relativo quesito dovrebbe essere presentato prossimamente). Le principali modifiche riguardano Premafin: se fino a qualche giorno fa la compagnia di Via Stalingrado sembrava sul punto di pagare quasi 77 milioni alla famiglia Ligresti per il 51% della holding quotata, è stato deciso che l’ingresso dei bolognesi nella cassaforte avverrà con un aumento di capitale riservato fino a 400 milioni. Così, non soltanto non sarà lanciata una Opa ma la famiglia siciliana rimarrà azionista di Premafin e dunque del gruppo assicurativo che sarà costituito in un secondo momento. Le modifiche sono state apportate nel weekend anche grazie all’incontro che venerdì si è tenuto tra l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel (Piazzetta Cuccia è tra i principali creditori della galassia Ligresti, con un convertendo da oltre 1 miliardo), e il presidente di Consob, Giuseppe Vegas. Il fatto, però, che Vegas abbia fornito il proprio parere sull’operazione prima che all’Authority fosse stato presentato il quesito formale per l’esenzione all’Opa su Fonsai ha fatto storcere il naso al commissario Consob Michele Pezzinga, che ha espresso i propri dubbi in una intervista a Repubblica. Una circostanza che ha fatto subito scattare in piedi le associazioni dei consumatori, con Adusbef e Federconsumatori che hanno richiesto le «dimissioni immediate» del presidente della Commissione di vigilanza. Tuttavia, fonti finanziarie vicine al dossier gettano acqua sul fuoco facendo notare che Consob è in molti casi chiamata a svolgere anche un’azione di moral suasion – come probabilmente nel caso Unipol-Fonsai – che non è sempre facile, né possibile, rendere «ufficiale». Tra le modifiche apportate al disegno dell’operazione nel weekend anche l’ammontare dell’aumento di capitale di Fonsai, che potrebbe raggiungere 1,1 miliardi (750 milioni la cifra precedentemente ipotizzata), complici perdite maggiori delle attese a causa di maggiori svalutazioni e adeguamenti delle riserve auto. Da segnalare, infine, che ieri, secondo quanto risulta a F&M, i sindacati di Unipol hanno ricevuto dalla compagnia una prima informativa sulla fusione, ma non sarebbe ancora stato affrontato il nodo delle conseguenze sull’occupazione.