di Andrea Di Biase
Fondiaria-Sai, per il deficit patrimoniale che si è ritrovata anche a seguito della crisi del debito sovrano, con il solvency ratio a fine 2011 sotto la soglia regolamentare del 100% (secondo le stime preliminari del management pari al 90%) e una perdita attesa nell’intorno dei 925 milioni, si trova in una situazione di dissesto tale dover essere salvata? È questa la domanda che in molti sul mercato si stanno ponendo, anche alla luce del progetto di aggregazione avanzato da Unipol e condizionato all’esonero da parte della Consob dell’opa obbligatoria su FonSai e sulla controllata Milano Assicurazioni.
L’articolo 49 del Tuf prevede infatti che l’acquisto del controllo non comporta l’obbligo di opa se è compiuto «in presenza di una ricapitalizzazione della società quotata ovvero altro intervento di rafforzamento patrimoniale e la società versa in una situazione di crisi attestata da richieste formulate da un’autorità di vigilanza prudenziale, nel caso di gravi perdite», al fine di prevenire il ricorso a una procedura concorsuale, quale il possibile commissariamento da parte dell’Isvap.
Una situazione che, almeno a prima vista, sembra essere quella di FonSai in questo momento, considerato che nel caso il deficit patrimoniale non fosse sanato nei tempi concordati con l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni, quest’ultima avrebbe la possibilità di procedere al commissariamento della compagnia stessa. Ad avallare la tesi secondo cui, sulla base dei dati comunicati al mercato lo scorso 23 dicembre, FonSai si troverebbe in una situazione di questo tipo è Standard & Poor’s. Sebbene mercoledì gli analisti dell’agenzia Usa, a seguito dell’abbassamento del rating sovrano dell’Italia, abbiano limato da BBB+ a BBB anche il giudizio su Unipol Gruppo Finanziario, ribadendo il creditwatch negativo sulla società guidata da Carlo Cimbri proprio alla luce dell’operazione su Premafin e FonSai, ieri gli esperti di S&P, soffermandosi sulla compagnia ancora controllata dalla famiglia Ligresti, hanno indicato proprio nel successo del tentativo dei bolognesi la condizione per rivedere al rialzo il rating sulla stessa FonSai, abbassato da BB+ a B lo scorso 29 dicembre. «Potremmo alzare il rating», scrivono gli analisti di S&P, «se l’acquisto Premafin da parte di Unipol si completerà e si tradurrà in un miglioramento del profilo finanziario diFondiaria-Sai». Gli esperti dell’agenzia di rating, che lo scorso 15 novembre avevano declassato il rating di FonSai a junk anche in relazione alle difficoltà di Premafin, sia in termini patrimoniali sia in termini di liquidità (che hanno l’effetto di limitare la flessibilità finanziaria dello stesso gruppo assicurativo), hanno sottolineato che il rischio di un ulteriore downgrade è legato al «potenziale intervento del regolatore» nel caso «il gruppo non riuscisse a implementare con successo la proposta di aumento di capitale, o la fusione con Unipol assicurazioni». (riproduzione riservata)