Il futuro di Dexia continua a far discutere. A Parigi circolano indiscrezioni su un piano alternativo rispetto a quello di smantellamento deciso lo scorso ottobre. Voci smentite dal direttore generale Pierre Mariani che si affanna a portare avanti un complesso piano di dismissioni. Cessioni di asset fra cui c’è anche la vendita delle attività di asset management (presenti anche in Italia) per le quali la banca franco-belga avrebbe ricevuto una trentina di manifestazioni di interesse. «Il processo per la vendita delle attività di gestione di Dexia dovrebbe partire nel giro di poche settimane», ha spiegato Mariani precisando che l’advisor ha riscontrato un notevole interesse per la divisione.
Restano sul tavolo anche la vendita della filiale turca e della Denizbank sul cui futuro si deciderà entro la fine del mese di febbraio. Mariani non ha infatti voluto commentare le indiscrezioni di mercato che parlavano dell’interesse del gigante britannico Hsbc per la Denizbank. Tutto insomma sembra procedere secondo i piani grazie anche alle garanzie pubbliche che hanno permesso alla banca di tirare il fiato e di portare avanti il proprio piano di smantellamento. «Sul tavolo per Dexia non c’è nulla di diverso e di altermativo rispetto al piano negoziato con lo Stato Francese e la Caisse des dépots per il recupero delle attività di finanziamento agli enti locali – ha aggiunto Mariani – ed è sul quel piano che stiamo lavorando e su cui stiamo mettendo tutto il nostro impegno». Ma ha poi ammesso che bisogna far presto per non creare problemi di liquidità agli enti locali nel 2012. «Fra il 45 e il 65% delle esigenze di finanziamento degli enti locali – ha precisato Mariani – nel 2012 non sarà coperto dal settore bancario. Si tratta di un taglio enorme». Abbastanza grande da mettere in crisi il sistema degli enti locali francesi. E da costituire una spina nel fianco dei potenziali candidati all’Eliseo. Tornando a Dexia, Mariani ha infine smentito l’esistenza di trattative riservate per ridurre l’organico in Francia benché la crisi abbia spinto tutti gli istituti di credito europei a tagliare il numero di dipendenti.
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