La Covip non è strutturata per gestire gli investimenti e per controllare il patrimonio delle casse; le società tra professionisti con soci di capitale rischiano di sottrarre imponibile contributivo; l’equilibrio finanziario a lungo termine deve prevedere anche i proventi netti immobiliari e finanziari e il valore del patrimonio. Decisa la posizione della commissione tecnica di Confprofessioni nell’esame delle recenti manovre del governo sul fronte della previdenza dei liberi professionisti.
I rilievi tecnici e politici della Confederazione che riunisce le associazioni delle libere professioni partono dalla manovra di luglio, che ha trasferito il controllo sugli investimenti e sulla composizione del patrimonio delle casse alla Covip, toccano l’apertura ai soci di capitale nelle società tra professionisti e arrivano fino al decreto salva-Italia, che fissa al 30 giugno 2012 il termine entro il quale gli enti dovranno adottare misure per assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa delle prestazioni pensionistiche degli iscritti. «I provvedimenti legislativi degli ultimi sei mesi destano preoccupazioni per le pensioni di oggi e di domani dei professionisti e anche per l’autonomia delle loro casse», ha affermato Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni.
Nel corso del vertice confederale che si è svolto il 29 dicembre scorso a Roma, coordinato da Mauro Scarpellini e che ha visto la partecipazione dei delegati sindacali dei medici di famiglia, odontoiatri, veterinari, psicologi, architetti e ingegneri, commercialisti, ragionieri, periti industriali e avvocati, sono state messe a punto le iniziative che la Confederazione intraprenderà per difendere le pensioni dei professionisti e, in particolare dei giovani.
«Il cambio del metodo di calcolo delle prestazioni non deve essere ricondotto a una sanzione, ma si tratta di uno dei passaggi per assicurare nel lungo periodo le pensioni», ha spiegato Stella. «Chiederemo un incontro urgente al ministro del lavoro Elsa Fornero per l’apertura di un tavolo di lavoro al quale illustreremo le proposte della nostra commissione tecnica, che mirano ad aiutare le casse a conseguire l’equilibrio finanziario nel lungo periodo, intervenendo per esempio sull’Iva sugli acquisti degli immobili, sull’eliminazione della doppia tassazione che colpisce le casse e su altri aspetti tecnici. Confprofessioni indicherà due linee di azione al governo: una per provvedimenti di carattere generale e l’altra per iniziative relative a ogni singola cassa. Non intendiamo sovrapporci agli enti di previdenza», ha concluso Stella. «La confederazione, che è un soggetto negoziale, si occupa degli aspetti politici dell’assetto previdenziale, per la tutela dei professionisti mentre gli enti si occupano della gestione e sono soggetti al controllo del governo e del parlamento».