Standard & Poor’s ha calato la sua scure anche sulla Francia, privandola della sua tripla A e abbassando il rating paese a AA+. Quali saranno le conseguenze per le compagnie di assicurazione francesi?
Ne parla l’economista Norbert Gaillard, autore di opere di riferimento sull’argomento e consulente presso l‘OCSE e la Banca mondiale, intervistato da L’Argus.
La Francia è essenzialmente un paese in recessione, con un deficit pubblico molto elevato, riforme necessarie in materia previdenziale, fiscale e del lavoro al palo, una forte disoccupazione e una competitività in discesa.
Secondo l’economista, le compagnie a partecipazione statale, per esempio la CNP, la CCR e La Banque Postale, subiranno di sicuro il relativo downgrade e gli assicuratori privati stesso non sfuggiranno a questo destino nei prossimi mesi. È infatti raro che una società abbia un rating migliore di quello del paese dove ha la sede legale. Secondo un rapporto di Standard & Poor’s ci sarebbero solo 100 società nel mondo (tra cui Generali).
Secondo Gaillard, «La prima conseguenza è che gli assicuratori avranno sul mercato tassi di interesse più elevati e dovranno tener conto della bassa qualità dei loro portafogli e saranno costretti ad aumentare i fondi propri di conseguenza. Per partecipare agli appalti alcuni gruppi internazionali esigono un rating elevato, che potrebbe penalizzare assicuratori e broker francesi. Infine una degradazione generali delle compagnie potrebbe accrescere la sfiducia verso la Francia da parte degli investitori e avere pesanti conseguenze sui risparmiatori ».
Gli assicurati potrebbero inoltre vedersi aumentare le tariffe nel ramo malattia e nei rami danni.