L’autorità di controllo dei servizi finanziari britannica, Financial Services Authority (FSA), ha comminato a Direct Line e Churchill una sanzione di 2,71 mln di sterline (3,25 mln di euro) per non aver prevenuto l’alterazione dei documenti richiesti dall’autorità per un controllo.
L’FSA ha dichiarato che dalla verifica di 50 denunce di sinistro richieste per un controllo, 27 sono risultate alterate prima della consegna, in quanto le compagnie non avevano operato con la dovuta diligenza. Tuttavia, l’autorità ha fatto sapere che le falsificazioni erano di piccola entità e non hanno comportato alcun danno ai consumatori.
Nel maggio 2009, nel verificare la capacità delle due compagnie di gestire le denunce, l’FSA ha individuato una serie di aree in cui erano necessari dei miglioramenti. Nel febbraio 2010, l’FSA ha voluto completare l’ispezione valutando i processi di chiusura delle procedure di sinistro. In preparazione al controllo dell’FSA, Direct Line e Churchill si sono rivolte ad una società di contabilità per una revisione preventiva. Dei 110 documenti presentati, ben il 28% è stato valutato negativamente.
In risposta a questo risultato, entrambe le compagnie hanno avviato delle procedure di audit interno sui documenti di chiusura delle denunce di sinistro, per verificare l’effettivo rispetto delle norme procedurali e per assicurare che non si fossero arrecati danni alla clientela.
Parallelamente, i dipendenti delle due compagnie, di proprietà della Royal Bank of Scotland Insurance (RBSI), hanno invitato il proprio staff a verificare che i documenti in loro possesso risultassero in linea con le direttive e i requisiti dell’FSA e che prendessero provvedimenti qualora i file non fossero in regola.
Nell’aprile 2010 l’FSA è stata informata che parte dei documenti presentati da Direct Line e Churchill potevano essere stati falsificati o contraffatti, perciò in giugno l’autorità di controllo ha visitato gli uffici delle compagnie dando poco preavviso.
In seguito ad un’approfondita indagine delle due società, è emerso che 27 dei 50 file presentati era stato alterato prima di essere inviato all’FSA e sette file interni riportavano firme contraffatte.
“Si tratta di un’infrazione molto grave”, ha detto Tracey McDermott, direttore dell’ufficio di controllo del crimine finanziario dell’FSA. “Le società non hanno dato chiare istruzioni ai propri dipendenti, che hanno pertanto operato scelte inappropriate – come nel caso di un dipendente che ha falsificato le firme dei colleghi”.
Il direttore ha poi aggiunto che la severità della pena intende fungere da monito anche ad altre società: “È fondamentale che i documenti forniti all’FSA riflettano la situazione così com’è, non come le società vorrebbero che fosse”, ha precisato McDermott.
Paul Geddes, ceo di RBSI, ha riferito che il gruppo riconosce quanto prodotto dall’FSA e ha garantito che il gruppo ha già preso provvedimenti in modo tale che episodi come questo non si ripetano.