di Anna Messia

 

Anche per loro l’anno che si è appena chiuso sarà ricordato come un periodo molto difficile. Un periodo in cui hanno dovuto rassicurare clienti spaventati da mercati che, per la prima volta, hanno messo al centro delle speculazioni intere nazioni, Italia compresa. Ma, nonostante le avversità, i promotori finanziari hanno dimostrato di saper tenere la rotta e a dicembre hanno chiuso un buon bilancio 2011, soprattutto se il dato viene letto alla luce di un contesto di crisi generalizzata del risparmio: lo scorso anno i consulenti hanno registrato una raccolta netta positiva per 10,7 miliardi di euro, mentre i fondi e le gestioni (dati diffusi da Assogestioni solo qualche giorno fa) hanno mostrato un bilancio sui 12 mesi negativo per oltre 40 miliardi.

Insomma, mentre le banche si sono chiuse a riccio e hanno smesso di collocare fondi per difendersi dalla nuova crisi di liquidità che in piena estate si è abbattuta sul sistema finanziario, i promotori hanno invece continuato a proporre ai propri clienti risparmio gestito, oltre ovviamente ad altri prodotti, come titoli, conti correnti e polizze assicurative.

 

Guardando ai soli fondi comuni e sicav (oicr), i promotori, secondo i dati diffusi ieri da Assoreti, hanno chiuso il 2011 con una raccolta netta positiva per 3,5 miliardi, mentre il resto del sistema, ovvero gli sportelli bancari, perdevano 33 miliardi e se si aggiungono anche le gestioni patrimoniali il rosso di bilancio supera i 40 miliardi. Ma anche per i promotori, come detto, il 2011 è stato un anno complicato. Non solo perché la raccolta netta di 10,7 miliardi rappresenta una flessione rispetto ai 12 miliardi di un anno prima. Ma anche perché a cambiare è stata pure la composizione del risparmio consigliato ai propri clienti, con la predominanza di titoli e azioni, ovvero del risparmio amministrato che genera margini di guadagno più bassi per i promotori rispetto ai fondi o alle polizze. La maggior parte dei 10,7 miliardi raccolti nel 2011, ovvero 7,7 miliardi, è finito proprio in obbligazioni e titoli del debito pubblico (grazie ovviamente agli altri rendimenti raggiunti a fine 2011 da Bot e Btp scatenati dalla crisi) che hanno raccolto 3,7 miliardi. E c’è da dire che, a sorpresa, i promotori hanno collocato anche una fetta consistente di azioni, consigliando quindi ai clienti di entrare sui mercati in un momento in cui i titoli erano vicini ai minimi: 185 milioni di azioni sono state vendute in fase di collocamento e 1,1 miliardi di azioni sul secondario, per un totale quindi di 1,3 miliardi. Mentre al gestito (saldo che comprende fondi, polizze e gestioni) è rimasta la fetta più piccola, ovvero 2,9 miliardi. Analizzando invece i risultati raggiunti dalle singole reti il primato di raccolta 2011 è stato di Banca Mediolanum che ha chiuso l’anno con un bilancio netto, tra nuove sottoscrizioni e riscatti, positivo per 2,35 miliardi. La società guidata da Ennio Doris, in particolare, ha ottenuto 660 milioni da fondi, sicav e polizze, e 1,79 miliardi di risparmio amministrato (ovvero titoli e liquidità). Mentre il secondo posto è stato di Finecobank, che ha archiviato lo scorso anno con una raccolta netta di 2,13 miliardi, derivante però esclusivamente dal risparmio amministrato, con 1,8 miliardi confluiti in titoli e 413 milioni finiti in liquidità. Mentre invece il risparmio gestito per la società del gruppo Unicredit ha chiuso in negativo per 98 milioni. Terzo posto, infine, per Allianz Bank, con 1,46 miliardi, che è risultata positiva sia nel gestito (809 milioni), soprattutto per la raccolta in polizze 978 milioni), sia nell’amministrato (654 milioni). Anche se, a livello aggregato, le due società del gruppo Intesa Sanpaolo, ovvero Banca Fideuram (1,3 miliardi) e Sanpaolo Invest (377 milioni) hanno raccolto complessivamente 1,6 miliardi. E anche in questo caso sono finiti praticamente tutti in risparmio amministrato e in particolare in titoli, che hanno chiuso con un bilancio di 1,5 miliardi. (riproduzione riservata)